In cerca di nuove armi per sconfiggere il cancro. “La persona al centro dei protocolli clinici”

Tumori: in 5 anni +20% di pazienti sopravvissuti. Dall'immunoterapia nuove speranze per diverse forme di cancro. L'importanza dell'umanità in corsia perché la "persona malata è molto più del protocollo clinico". La testimonianza a Interris.it del neurochirurgo Roberto Trignani

Umanità e scienza contro il cancro. “Gli occhi del paziente sono una porta di accesso a quella parte immateriale della nostra esistenza che ti racconta con immediatezza lo stato di salute di una persona. E chiede aiuto a chi indossa la divisa bianca per occuparsi a 360 gradi della persona che ha di fronte e non solo della parte malata“, osserva a Interris.it il professor Roberto Trignani, direttore del reparto di neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Ancona, celebre nel mondo per gli interventi straordinari in “awake surgery”.

Battaglia di civiltà e umanità

Ricevendo in Vaticano una delegazione dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), papa Francesco ha evidenziato l’importanza della prevenzione oncologica. “La migliore e più vera prevenzione è quella di un ambiente sano e di uno stile di vita rispettoso del corpo umano e delle sue leggi- ha raccomandato il Pontefice-. Come sappiamo, questo dipende non solo dalle scelte individuali. Ma anche dai luoghi in cui si vive che, soprattutto nei grandi centri, sottopongono il fisico a uno stress continuo. Per i ritmi di vita e l’esposizione ad agenti inquinanti. Questo riporta la nostra attenzione alla cura dell’ambiente naturale. La nostra casa comune a cui dobbiamo rispetto. Perché rispetti a sua volta noi. La tutela dell’ambiente e la lotta contro i tumori diventano, allora, due facce di uno stesso problema. Due aspetti complementari di una medesima battaglia di civiltà e di umanità”.cancro

Nuove armi contro il cancro

Cresce in Italia il numero di pazienti che vivono dopo la diagnosi di tumore. Oggi sono circa 3,6 milioni. Più 20% rispetto al 2015, quando erano 3 milioni. Non solo. Sono quasi 2,4 milioni le persone che vivono da più di 5 anni dalla scoperta del cancro. Mentre nel 2015 non superavano 1,9 milioni. Dalla scienza giungono segnali incoraggianti per tre neoplasie difficili da trattare in fase avanzata. E cioè il tumore del polmone non a piccole cellule squamoso. Il tumore del rene. Il tumore del distretto testa-collo. L’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha approvato la rimborsabilità di pembrolizumab, molecola anti Pd-1. Si tratta, tra l’altro, della prima immunoterapia rimborsata per il trattamento in prima linea del tumore del rene.

Aspettativa di vita

“Almeno un paziente su quattro, pari a quasi un milione di persone in Italia- afferma Giordano Beretta, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) – è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale. E può considerarsi guarito. Un parametro molto importante è la sopravvivenza condizionata. Che indica la probabilità di essere vivi a 5 anni. Qualora si siano superati i primi 12 mesi dalla diagnosi. Oggi, se riferita a tutti i tumori, è pari al 78% nelle donne e al 73% degli uomini. L’impatto delle terapie innovative come l’immunooncologia su questi risultati è significativo. Soprattutto perché consentono benefici a lungo termine“. cancro

Sopravvivenza globale

Per quanto riguarda il tumore al rene, spiega Sergio Bracarda, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, “la combinazione di pembrolizumab con axitinib ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza globale, riducendo del 32% il rischio di morte rispetto a sunitinib, l’attuale standard di cura“. Per i tumori della testa e del collo, dice Marco Benasso, direttore della struttura complessa di Oncologia della Asl2 savonese, “da oltre 10 anni non vi erano novità importanti nel trattamento di questa patologia“.

Nuovi studi

Nello studio di fase 3, chiarisce il professor Bracarda, “pembrolizumab ha dimostrato un aumento statisticamente significativo della sopravvivenza globale rispetto al trattamento standard“. Per quanto riguarda il tumore del polmone, Aifa ha autorizzato il pembrolizumab per quello non a piccole cellule. Silvia Novello, ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Torino precisa come in un nuovo studio il farmaco, in combinazione con la chemioterapia, “ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale”. Scienza e umanità contro il cancro.