Allenamenti, match e calendari: il calcio prova a ripartire

Rush finale per definire la ripresa. Le ipotesi in campo: porte chiuse e controlli sanitari serrati

Ripartenza il 4 maggio, ed è lì che guardano i club nella speranza di tornare al calcio giocato. Quella che si è appena messa in moto, sarà comunque una settimana intensa, fitta di appuntamenti in agenda. Il primo è quello tra federcalcio e  comitato tecnico-scientifico che si è tenuto oggi, nel quale si è convenuto di andare avanti a step. Prima la serie A poi gli altri campionati. Ritiro blindato per le venti squadre di serie A, screening ogni quattro giorni per valutare la condizione sanitaria di ogni singolo. In tutto, saranno 1500 le persone sottoposte a controlli. Poi toccherà all’Uefa, stabilire un calendario per portare a termine le coppe europee, infine la relazione che la Figc dovrà portare all’attenzione di calciatori, arbitri, leghe dopo l’incontro con i medici. Alla fine, decisione sulla ripresa che inequivocabilmente sarà presa dal Governo.

Primo step la ripresa degli allenamenti, quantomeno le linee guida da seguire. Come detto, ci saranno ritiri blindati, tamponi ogni quattro giorni che saranno effettuati a spese delle società. L’incontro Uefa-Eca servirà per decidere, o quanto meno gettare sul tavolo proposte per la ripresa delle coppe, magari in gara secca ad agosto. Infine giovedì l’incontro tra Figc, leghe, calciatori e arbitri per abbozzare le possibili date sulla ripresa del campionato. Come riportato in precedenti servizi, il via libera dovrebbe essere targato 31 maggio o giù di lì, con la disputa delle gare non disputate, per poi riprendere a pieno ritmo la settimana successiva. Se così fosse, ripresa degli allenamenti tra fine aprile e primi di maggio. Il tutto per poter chiudere la stagione a cavallo tra i 12 e il 19 luglio, al massimo entro la fine del mese per poi dare il via alla ripresa anche di Champions ed Europa League. Fondamentali i prossimi giorni per capire. E’ chiaro che tutto dipende dai medici: se sarà ripartenza, vorrà dire che il virus ce lo siamo messi alle spalle. Ma non significherà di colpo riapertura degli stadi. Porte chiuse almeno fino a dicembre poi, magari, da  gennaio 2021, nuovamente a porte aperte. Ma l’importante sarà la data di ripartenza, tutto il resto sarà conseguenziale.

Il piano Uefa

Il governo del calcio europeo cerca soluzioni per chiudere le competizioni col paletto di non arrivare a settembre. Il piano dell’Uefa è chiaro: dare la precedenza ai vari campionati nazionali, con la necessità di portare a termine anche Champions ed Europa League. L’ultima proposta sul tavolo, come già ribadito in precedenza, porta alla chiusura nel cuore dell’estate visto che le due competizioni continentali potrebbero chiudersi in appena tre settimane nel mese di agosto. L’indiscrezione che arriva da Nyon è verosimilmente vicino alla realtà. Impossibile non chiudere la Champions e l’EL, soprattutto dopo i rinvio di Euro 2020, per evitare un dissesto finanziario senza precedenti. Ma il programma deve seguire uno sviluppo lineare da parte dei campionati nazionali che dovranno riprendere il cammino interrotto non oltre la prima settimana di giugno. Ovviamente a porte chiuse, in rigorosa diretta tv aperta a tutti. Ceferin ci crede e batte il tasto nella consapevolezza che sia l’unica strada percorribile.

La Champions potrebbe svilupparsi attraverso tre canali con final eight o final four o addirittura con gare secche. L’importante è finire la stagione per poter ripartire senza falle verso la nuova stagione, quella che immetterà sull’Euro2020 che andrà a giocarsi tra giugno e luglio 2021. Poi la Uefa dovrà provvedere alla definizione del tabellone dell’Europeo con i play off per assegnare gli ultimi posti. Quelle che mancano, sono le date, perché sempre nel 2021, si giocheranno le qualificazioni al mondiale del 2022 in Qatar. Finire il prima possibile significherebbe avere margini di manovra. Per questo, il calcio europeo vuole e deve ripartire.