CINQUE PER MILLE, I CAF SOTTO ESAME

Questa estate, su invito della Corte dei Conti, l’Agenzia delle Entrate ha effettuato indagini volte a controllare il comportamento degli intermediari fiscali con un potenziale conflitto di interessi nella destinazione del cinque per mille. Su 5.603 moduli compilati dai Caf presi in esame 500 sono risultati “irregolari”, quasi uno su dieci.

I Centri di Assistenza Fiscale indagati, sono stati selezionati in base a un accertamento sulle opzioni di destinazione del cinque per mille dal 2006 in poi. In particolare gli inquirenti hanno confermato un preoccupante aumento delle scelte specifiche a favore di associazioni collegate ad alcuni Caf, che in diversi casi rappresentano la quasi totalità delle donazioni verso queste associazioni.

La campagna di verifica dell’agenzia delle entrate si è concentrata su 5 centri, nello specifico Caf Acai (Associazione cristiana artigiani italiani), Caf Servizi di base (Rete Iside Onlus), Caf Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), Caf Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani) e Caf Mcl (Movimento cristiano lavoratori).

In particolare le tipologie di irregolarità riscontrate sono state due; 207 dichiarazioni sono state trasmesse in via telematica in maniera differente dalla volontà specificata dal contribuente; in 293 casi invece, i Caf si sono addirittura sbarazzati delle schede cartacee con la scelta, rendendo di fatto impossibile verificare la correttezza delle preferenze espresse dai cittadini.

Un fenomeno preoccupante che rischia di intaccare la fiducia dei cittadini nelle organizzazioni no-profit. I Caf si proclamano innocenti e per ora è stato controllato soltanto un piccolo campione di moduli tratto da 5 centri sugli oltre 90 nel territorio. Quel che è certo è che sarà necessario effettuare indagini più approfondite e sanzionare adeguatamente le irregolarità riscontrate.