Salvini: “Non è salvataggio, ma traffico esseri umani”

Quarantanove migranti (tra cui 12 minori) a bordo della nave “Mare Jonio“, battente bandiera italiana, della ong Mediterranea si trovano ancora al largo di Lampedusa. Il natante non ha ricevuto l'ok allo sbarco ed è attualmente circondata da tre motovedette, due della Guardia di Finanza e una della Guardia Costiera. Ieri Mediterranea aveva chiesto alle autorità italiane un “porto sicuro“, prima di fare rotta verso Lampedusa.

In attesa

Sulla base di una direttiva del Viminale, riferisce Repubblica, la Finanza ha vietato l'ingresso dell'imbarcazione nelle acque territoriali. Per il ministro Matteo Salvini i porti, infatti, “erano e rimangono chiusi”. Il comandante della Mare Jonio avrebbe quindi trasgredito a quest'ordine impartito dalle Fiamme Gialle. La Guardia Costiera successivamente avrebbe autorizzato un punto di fonda a circa un miglio e mezzo dalla costa. A bordo della nave, sempre secondo la testimonianza del cronista, vi sarebbe un clima di grande tensione. I naufraghi, soccorsi su un gommone alla deriva, sarebbero spossati dalla traversata con mare Forza 7; uno di loro sarebbe anche in precarie condizioni di salute.

Porti chiusi

“La nave Mare Ionio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”, ha dettp il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. Ma per Salvini, sentito da Sky Tg24, i migranti “possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede“. Per il vicepremier “questa non è stata un'operazione di salvataggio. Questo è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina”, ha detto Salvini. “O c'è l'autorità giudiziaria, che prescinde da me, che riterrà che questo non sia stato un soccorso, perché mi sembra evidente in base agli elementi certi e ad altri che sono oggetto di approfondimento” e indicano che “c'è un'organizzazione che gestisce, aiuta e supporta il traffico di esseri umani”, “oppure il ministero dell'interno non indica nessun porto“. Nel pomeriggio il vicepremier è tornato sulla questione affermando, al Giornale Radio Rai: “Qua si tratta di fuorilegge. Questo non è un salvataggio, questo è un traffico di esseri umani”. “Quando sei molto vicino alle coste della Libia ma preferisci fare centinaia e centinaia di chilometri per andare politicamente da un'altra parte, sei tu che esponi al rischio la vita delle persone che hai a bordo. Qua si tratta di fuorilegge – sottolinea il ministro dell'Interno – Hanno disobbedito due volte alle intimazioni della Guardia di Finanza di non entrare nelle acque territoriali e della Guardia Costiera libica che stava intervenendo in soccorso. Hanno mentito sulle condizioni del mare”. Salvini ha affermato inoltre di essere in attesa di ricevere informazioni dalla procura.

Al lavoro

Meno duri i toni dell'altro vicepremier, Luigi Di Maio. “Il governo è già al lavoro in queste ore – ha detto a Radio Anch'io -. Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, perché i salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità. Questa ong da quello che sembra, ancora una volta, non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana e questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole“. Sulla stessa linea del leader 5Stelle anche il primo ministro, Giuseppe Conte: “In tutti i casi emergenziali, anche quelli più drammatici, abbiamo sempre tutelato i diritti delle persone e siamo sempre intervenuti per assicurare assistenza sanitaria ai bisognosi. E' stato prestato soccorso anche a uno dei migranti sulla nave Jonio e così continueremo a fare”.