Attacco al bus del Borussia Dortmund, gli inquirenti: “Nessun legame tra iracheno arrestato e le esplosioni”

Secondo le autorità giudiziarie tedesche non ci sono elementi che colleghino il sospetto islamista fermato mercoledì con l’atacco contro il pullman del Borussia Dortmund, colpito da tre esplosioni mentre era in viaggio per raggiungere lo stadio Signal Iduna Park per la partita di Champions League contro i francesi del Monaco. La notizia è stata data dalla procura antiterrorismo tedesca, che ha sottolineato che le indagini della polizia non hanno individuato nessun riscontro in merito. L’iracheno arrestato – sospettato di appartenere all‘Isis e di aver guidato in Iraq un’unità dell’organizzazione terroristica – dovrà comunque comparire davanti al giudice, ma perché sospettato di aver pianificato rapimenti, ricatti e omicidi.

L’attacco al bus

Tre esplosioni hanno colpito l’autobus intorno alle 19, mentre si stava dirigendo verso lo stadio. A quanto riferito dai media tedeschi, il pullman è stato danneggiato in due parti. L’esplosivo è stato deposto sulla strada che dall’hotel dove la squadra era riunita, a circa 10 chilometri di distanza dallo stadio, porta all’impianto. Le bombe sono state azionate a distanza in modo simultaneo. A riportarlo è la Bild, secondo la quale gli ordigni sono stati depositati al di fuori dell’area coperta dalle telecamere del vicino hotel in cui alloggiava la squadra. Questi dettagli, fa notare il giornale, fanno pensare a un’azione molto professionale e ben pianificata. Gli inquirenti sarebbero alla ricerca di un’auto con targa belga. Alcuni fori rinvenuti sulla carrozzeria del bus, farebbero pensare che, oltre agli ordigni, possano esserci stati anche degli spari. Nelle esplosioni sono rimasti feriti il terzino del Borussia, Marc Bartra, successivamente oprato al radio, e un poliziotto è stato ricoverato per choc da esplosione.