Navalny punta sul boicottaggio

Gli attivisti dell'opposizione legata ad Aleksey Navalny hanno presentato al comune di Mosca una richiesta per tenere una manifestazione nel centro della città il 18 marzo, giorno delle elezioni presidenziali. Lo slogan scelto per l'iniziativa è “sciopero degli elettori” e, invita, sostanzialmente a un boicottaggio del voto, che Navalny considera una farsa. 

Vietata

I funzionari della capitale russa hanno definito illegale l'iniziativa, offrendo un'alternativa. Per ora, il Fondo anti-corruzione di Navalny, come pure la sua portavoce, hanno rifiutato di commentare la notizia, diffusa dal giornale Rbc.  Il capo del Dipartimento per la sicurezza regionale della regione di Mosca, Vladimir Chernikov, ha spiegato alla stampa che un'azione di massa sotto un tale motto non può aver luogo, perché nel giorno delle elezioni, secondo la legge, è vietato condurre attività di propaganda politica. “Abbiamo proposto a chi ha fatto richiesta di cambiare l'argomento e di riunirsi al parco Sokolniki, invece che al centro”, ha spiegato il dirigente. 

Precedenti

Il 7 marzo, la Commissione elettorale centrale ha rifiutato di registrare come osservatori 4.500 attivisti del movimento di Navalny, escluso dalla corsa alle presidenziali per i suoi problemi con la giustizia, a suo dire costruiti appositamente per tenerlo lontano dalla politica. Il 28 gennaio scorso, proprio in segno di protesta contro la mancata candidatura, si sono tenute manifestazioni in 46 diverse regioni russe, sempre sotto lo slogan “sciopero degli elettori”. Nel corso delle dimostrazioni, sono state fermate 350 persone, tra cui anche Navalny, la maggior parte delle quali è stata rilasciata dopo poche ore. L'oppositore ha lanciato un appello ai russi a boicottare le urne come segno di protesta contro elezioni non libere e di cui è già noto il risultato. Vladimir Putin, che corre praticamente senza un reale sfidante, con ogni probabilità vedrà riconfermato il suo mandato al Cremlino per altri sei anni.