Minori stranieri scomparsi: un fenomeno vasto e preoccupante

Foto di Omar Elsharawy su Unsplash

In questi giorni si è fatto un gran parlare di “migranti”. Negli ultimi mesi, gli arrivi via mare sono aumentati considerevolmente. E fino ad ora, gli accordi con la Tunisia non sembrano aver prodotto gli effetti sperati (come già avvenuto in passato con Libia e Turchia). Gli sbarchi si ripetono incontrollati e le misure adottate dal governo non hanno sortito alcun effetto. Come ha potuto constatare di persona la Presidente della Commissione europea in visita a Lampedusa, l’hotspot è allo stremo delle forze.

Nei giorni scorsi, è stato un susseguirsi di polemiche e proposte irrealizzabili. Misure drastiche (almeno sulla carta), come quelle approvate dal Consiglio dei Ministri riunito d’urgenza. L’errore di fondo, forse, è pensare che i fenomeni migratori (non uno, ma tanti e diversi) siano un evento straordinario. Una criticità una tantum. Niente di più sbagliato. Le Nazioni Unite lo hanno capito da tempo. Nel 2016, i Paesi membri delle Nazioni Unite approvarono la Dichiarazione di New York che riconosceva la necessità di un approccio globale alla mobilità umana e di una maggiore cooperazione tra gli Stati. Global Compact for Migration | IOM, UN Migration A dicembre 2018, questo documento venne integrato, ma pochi dei Paesi delle Nazioni Unite lo hanno sottoscritto. Oggi, il Global Compact rimane il punto di partenza per gestire le mille sfaccettature legate ai flussi di migranti a livello internazionale. Se non altro per il fatto di essere coerente con l’Obiettivo 10.7 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, questo sì sottoscritto da tutti i Paesi delle NU. Con questo documento, gli Stati membri si impegnavano a cooperare a livello internazionale per garantire una migrazione “sicura, ordinata e regolare”. Molti governi sembrano averlo dimenticato: a maggio dello scorso anno, all’IMRF, il Forum Internazionale per la Revisione delle Migrazioni, organizzato dalle NU, molti Paesi UE non erano presenti attivamente (un solo side event dall’Italia: quello realizzato dalla Scuola Nazionale di Educazione Ambientale sul tema dei migranti ambientali).

Tra i Paesi europei manca una condivisione di intenti. Sia a livello politico che umano. Nonostante le belle parole e le mille promesse, i governi si ostinano a fare di testa propria. A respingere i migranti a volte con misure che violano gli accordi internazionali sui diritti umani. Danimarca e Regno Unito hanno cercato di “spedire” i richiedenti asilo (tutelati dalla Convenzione di Ginevra) in Ruanda. Una scelta che, in Inghilterra, è stata bloccata dai tribunali. Il governo ha subito adottato il piano B: noleggiare una grossa imbarcazione (alcuni l’hanno definita “chiatta carceraria”) dove richiudere i rifugiati in attesa di esaminare la loro richiesta di asilo. In Spagna la situazione è ancora peggiore: a Gibilterra si sono verificati respingimenti che non facevano distinzione tra richiedenti asilo, migranti o minori. E molti migranti sono rimasti feriti cercando di scavalcare le recinzioni al confine.

Anche in Italia, in questi giorni, si è parlato di minori. Anzi di “minori stranieri non accompagnati” o MSNA. L’art. 19, c. 2, lett. a), del testo unico sull’immigrazione, d.lgs. 286/1998, prevede l’inespellibilità per i minori di anni diciotto e, dunque, dei minori non accompagnati (salvo i casi di espulsione per “motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato” di cui all’art. 13, c. 1, o di prevenzione ad atti di terrorismo). Per questo, alcuni politici hanno sollevato la questione relativa all’età “presunta” dei MSNA. “Il nostro obiettivo è tutelare i veri minori per evitare, come accade ora, che con una semplice autocertificazione chiunque possa essere inserito nei circuiti rivolti ai minori”, ha sottolineato la premier Giorgia Meloni. In realtà, l’età dei minori stranieri non accompagnati in arrivo non è stabilita in base ad una “autocertificazione”: le procedure per la stima dell’età sono state definite, nel 2020, nel corso di una Conferenza Unificata in cui governo, Regioni, province autonome di Trento e Bolzano e Enti locali si sono impegnate ad adottare, ai fini della determinazione dell’età dei minori stranieri non accompagnati, un protocollo multidisciplinare che prevede tra l’altro “una visita pediatrica auxologica, con ricorso ad accertamenti sanitari”. Si tratta del Protocollo per la determinazione dell’età dei minori stranieri non accompagnati.

Purtroppo, quando si parla di migranti o di MSNA, sono tante le cose che non si dicono. E di alcune si dice solo una parte. Ad esempio, che anche i governi più restii ad accogliere i “migranti” (incluso quello attuale), si sono preoccupati di favorire l’ingresso di migranti “lavoratori” e di “manodopera” proveniente da Paesi extracomunitari. Alla fine di gennaio 2023, il governo italiano ha approvato il Decreto Flussi che ha aperto le frontiere a 82.705 “unità” (44.000 delle quali stagionali) soprattutto nei settori dell’autotrasporto, dell’edilizia e turistico-alberghiero, ma anche della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare e della cantieristica navale.

Nei giorni scorsi, nel citare il numero degli stranieri in Italia, di tutto questo non si è parlato. Si è preferito rivolgere l’attenzione dei media sui minori stranieri non accompagnati. Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, alla fine di luglio, erano 21.710 i MSNA in Italia. Molti di loro sono in fuga da Paesi in guerra (come gli oltre 4mila minori scappati dall’Ucraina o quelli scappati dall’Afghanistan o dal Pakistan o dalla Siria o dal Bangladesh).

E contrariamente a quanto si vorrebbe far credere, molti di loro non sono contenti di essere in Italia. Lo dimostra il fatto che, solo nel mese di luglio, oltre seicento sono scappati (a fronte di 1.515 arrivi). Sono andati ad aumentare il numero di minori stranieri che ogni anno scompaiono in Italia e dei quali non si parla mai. Eppure si tratta di un fenomeno preoccupante: solo nei primi sei mesi del 2023, le denunce di scomparsa riguardanti minori stranieri sono state 7.503. Più di mille al mese. E la maggior parte di questi adolescenti non sono stati ritrovati (ben 5.075!). Molti minori stranieri non accompagnati, ma anche molti minori “stranieri” che da anni vivono in Italia con la propria famiglia ma che ancora non avevano ricevuto la cittadinanza (anche di questo non si parla mai; l’unico a parlarne, nei giorni scorsi, è stato il Presidente Mattarella). Secondo alcuni studi, sarebbero poco meno di un milione, per la maggior parte giovanissimi: il 50% avrebbe meno di 7 anni. Di loro, del fatto che ogni anno migliaia di loro scompaiono senza lasciare traccia, del fatto che, spesso, questi adolescenti incontrano enormi difficoltà anche solo nel seguire le lezioni a scuola (non conoscendo bene l’italiano), del fatto che dal punto di vista umano, e non solo, sono una risorsa preziosa in un Paese sempre più “vecchio”, di tutto questo non sembra importare a nessuno.

Interessa solo fermare gli arrivi di “stranieri”. O dei minori stranieri non accompagnati. Almeno fino al prossimo decreto per “importare” decine di migliaia di lavoratori extracomunitari.