Cinquant’anni di autosole per unire l’Italia

L’autostrada del Sole può essere considerata un simbolo dell’Italia e della sua rinascita: costruita nel periodo del boom economico, unì il Paese collegandolo da Milano a Napoli. L’inizio dei lavori avvenne il 19 maggio del 1956 e i tanti operai che vi lavoravano si trovarono dinanzi uno sterrato da completare senza un progetto definitivo, senza tutte le tecnologie di cui oggi disponiamo, senza competenze professionali e senza tutti i soldi necessari al completamento.

Il miraggio della conclusione dell’A1 si tramutò in realtà il 4 ottobre 1964 quando, l’allora presidente del Consiglio Aldo Moro, tagliò il nastro che diede il via al passaggio delle prime automobili. Moro, in diretta tv da presidente del Consiglio, la definì “il segno della vitalità del popolo italiano e della sua capacità e volontà di lavorare, di svilupparsi, di progredire”.

Mezzo secolo più tardi, per la cerimonia celebrativa è stata scelta la chiesa di San Giovanni Battista, situata alle porte di Firenze, nel comune di Campi Bisenzio. Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, ha sottolineato quanto questa immensa opera abbia rappresentato un simbolo per la rinascita del Paese: tra le autorità presenti c’erano anche Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Fabio Cerchiai, presidente di Autostrade per l’Italia e il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.

L’impresa, che costò complessivamente 272 miliardi di lire, fu notevole: 755 km per unire sei regioni, 113 viadotti sospesi, 572 cavalcavia, 38 gallerie, 57 raccordi. Furono 74 i morti tra gli operai che la realizzarono: a loro è dedicata la chiesa dell’autostrada, disegnata da Michelucci, dotata di una copertura a tenda per accogliere gli automobilisti-viandanti.