Rottura tra Icardi e tifosi, De Boer finisce le attenuanti: l’Inter è in crisi

E’ una Milano “double face”, quella apparsa al termine dell’ottavo turno di Serie A. Piange l’Inter dopo un k.o. casalingo contro il Cagliari (1-2), mentre sorride la sponda rossonera di San Siro, con il Milan che dopo sei anni torna al secondo posto in classifica, in coabitazione con la Roma, a -5 dalla capolista Juve (e sabato c’è lo scontro diretto al Meazza). Quello che fa eco, tuttavia, è l’harakiri dell’Inter che si lascia rimontare e battere dal Cagliari in casa, in un match che dichiara, de facto, la crisi della squadra di De Boer. I nerazzurri, che già accusano il colpo del caso Icardi (le dichiarazioni del capitano nerazzurro all’interno della sua biografia hanno infatti suscitato le polemiche con gli ultrà), erano passati in vantaggio con Joao Mario, ma poi, i soliti cambi del ct rimettono in partita il Cagliari che ribalta il risultato con due conclusioni di Melchiorri.

Dopo lo sbaglio del rigore, i tifosi hanno continuato le contestazioni fin sotto casa dell’argentino. Cori, insulti, striscioni ma, come racconta Wanda Nara, l’attaccante e la sua famiglia erano già rientrati in casa. “Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o la fai da infame?” è il testo dello striscione esposto. Un clima rovente che, per colpa di quanto scritto nella sua autobiografia, rischia concretamente di perdere la fascia di capitano e di dover pagare una multa salatissima. E c’è già chi ipotizza un addio, anche all’estero. Il Sun, infatti, parla del suo possibile approdo all’Arsenal.

Inoltre, sia il vicepresidente Zanetti che il ds Ausilio hanno annunciato provvedimenti: non è escluso che l’argentino possa perdere la fascia di capitano. L’Inter, infatti, non ha apprezzato la ricostruzione dei fatti del match disputato tra i nerazzurri e il Sassuolo nel febbraio 2015, riportata nell’autobiografia del giocatore. A fine gara, l’argentino lancia la sua maglia a un bambino. La casacca, secondo la ricostruzione dell’attaccante, gli viene però brutalmente strappata dagli ultrà. Tanto basta a scatenare la reazione di Icardi. “Pezzo di merda fai il gradasso e prepotente con un bambino?”, dice l’attaccante.

Poi, si legge nel libro, i dirigenti nerazzurri lo mettono in guardia dalle possibili reazioni del suo atteggiamento. Ma l’argentino non si fa intimidire e minaccia: “Sono pronto ad affrontarli uno ad uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada.Quanti sono cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”. Parole forti, che hanno quindi scatenano la curva Nord. A notte fonda gli ultrà pubblicano sul loro sito un comunicato: “Icardi con noi hai chiuso. Togliti la fascia. Pagliaccio“.

A nulla servono le scuse presentate in extremis (forse sollecitate dalla stessa società) dal giocatore che comunque nel suo libro spiega che i rapporti con gli ultras si erano normalizzati poco dopo quel match. Icardi chiede il sostegno della Curva, spiega il suo stato d’animo dell’epoca e cerca inutilmente di ricomporre la frattura. ieri è sceso in campo teso, ha fatto fatica a giocare, ha sbagliato il rigore mentre continuavano fischi e cori. Una parte dello stadio però si schiera con lui e lo applaude. In ogni caso, i dirigenti si schierano dalla parte della tifoseria. Ausilio definisce inattendibile la versione del capitano, nonostante a Premium Sport vengano mostrate le immagini che dimostrerebbero la veridicità di quanto sostenuto dall’attaccante.

Il vicepresidente Javier Zanetti non prende tempo, non cerca di minimizzare, ma annuncia misure in arrivo: “Il caso Icardi? Ci saranno provvedimenti: per noi i tifosi sono la cosa più importante e tutti dobbiamo rispettarli. Dobbiamo fare di tutto per farli rispettare: questi comportamenti non possiamo accettarli, ogni singola persona deve sapersi comportare”.

“Se gli toglieremo la fascia? Dopo la partita ne parleremo e vedremo cosa fare – ha aggiunto l’ex capitano dell’Inter ai microfoni di Premium Sport -. Non vale solo per Icardi, ma per tutte le persone che lavorano in questa società e per questi valori. il suo libro è una cosa privata sua, nessuno si aspettava quello che è successo: l’Inter è al di sopra di qualsiasi persona e sono dispiaciuto perché è successo tutto a ridosso di una partita importante”. Poi, amplia il discorso: “Purtroppo esistono questi social, utilizzati in questo caso in maniera negativa: ogni persona deve stare attenta a quello che scrive, noi dobbiamo salvaguardare la storia di questa società“.

E come se non bastasse, anche De Boer ci aggiunge del suo: “Se è il mio momento più difficile da quando sono all’Inter? Sì, lo è non mi aspettavo questa sconfitta: abbiamo controllato il gioco fino al nostro vantaggio, poi abbiamo smesso”. L’allenatore dell’Inter esprime tutto il proprio disappunto per la sconfitta e aggiunge: “Dopo il nostro gol ci siamo dimenticati di giocare: era facile perché l’avversario ci avrebbe dovuto pressare e per noi si sarebbero creati degli spazi. Invece ci siamo dimenticati di giocare: questo è stato il problema dell’Inter di oggi. Nel secondo tempo abbiamo perso molti duelli in mezzo al campo, è mancata cattiveria agonistica e questo a me non va bene”.