Strage di Istanbul, rilasciato il presunto attentatore: “Non c’entro”

E’ di nuovo senza nome l’attentatore responsabile della strage all’interno del Reina di Istanbul. La tv di stato turca Trt aveva riferito che si tratta del 28enne Iakhe Mashrapov, con passaporto del Kirghizistan. Il documento è stato rilasciato dalla republicca ex sovietica dell’Asia centrale lo scorso 21 ottobre, ossia un mese prima del suo arrivo in Turchia. A ricostruire i movimenti dell’uomo è stata l’intelligence turca. Ma lo stesso Mashrapov, in un’intervista all’agenzia kirghisa Akipress, ha dichiarato di essere stato scambiato per l’attentatore per una somiglianza ma di essere stato rilasciato dalla polizia dopo un controllo all’aeroporto di Istanbul. Mashrapov sarebbe stato in Turchia per affari tra il 28 e il 30 dicembre e poi di nuovo tra il primo gennaio e oggi, mentre era in Kirghizistan la notte della strage. “Mi hanno interrogato per circa un’ora, l’aereo per Bishkek è stato ritardato per questo – ha raccontato – La polizia ha spiegato che venivo interrogato perché somigliavo all’uomo nella foto. Si sono scusati e mi hanno lasciato partire”.

L’arrivo in Turchia

L’uomo era atterrato a Istanbul con un volo dal Kirghizistan il 20 novembre scorso, in compagnia della moglie – fermata stamani – e dei due figli. Due giorni dopo è giunto a Konya, provincia conservatrice dell’Anatolia centrale, dichiarando motivi lavorativi all’origine del trasferimento. Lì, ha affittato un appartamento attraverso un’agenzia immobiliare, pagando in anticipo 3 mesi di affitto. Ad avvisare la polizia, dopo la diffusione delle sue foto sui media turchi, sarebbero stati i suoi vicini di casa.

L’arresto della moglie

Inoltre, nelle prime ore della giornata di oggi, la moglie del presunto attentatore è stata arrestata. A riferirlo è la corrispondente di ITV britannica Sally Lockwood, che cita fonti della polizia. La donna, riferisce il quotidiano Haberturk, è stata fermata nella provincia anatolica di Konya, dove il killer sarebbe giunto anche con i due figli a fine novembre. Secondo il giornale britannico, le fonti avrebbero confermato che l’uomo appartiene all’etnia uigura e sarebbe originario della regione cinese dello Xinjiang. “Ho saputo dell’attacco dalla tv. Non sapevo che mio marito fosse un simpatizzante di Daesh”, avrebbe dichiarato la donna alle forze dell’ordine dopo l’arresto.

Il video

Nelle ultime ore, inoltre, le televisioni e i media della Turchia, stanno trasmettendo un video-selfie, girato da Mashrapov prima dell’attacco al locale, mentre si trovava nella celebre piazza Taksim di Istanbul. 

La rivendicazione dell’Isis

Con un comunicato tramite la sua agenzia di stampa Amaq, il sedicente Stato Islamico ha rivendicato l’attentato al Reina nightclub di Istanbul. A riferirlo è Skynews, che ha specificato che, per la prima volta il comunicato oltre che in lingua araba, è stato diffuso anche in lingua turca. Nell’attentato alla discoteca hanno perso la vita 39 persone, di cui 24 stranieri, mentre altre 70 sono rimaste ferite.

Fermati presunti fiancheggiatori

E’ salito intanto a 14 il numero dei presunti fiancheggiatori arrestati dalle unità antiterrorismo perché sospettate di essere coinvolte nell’attentato. Le vittime sono 25 uomini e 14 donne. 38 sono state identificate e tra gli stranieri la maggioranza sono sauditi.

L’attacco

L’attacco è avvenuto verso l’1:30 ora locale, le 23:30 in Italia. Sul numero degli assalitori, ancora non c’è certezza: solo uno, secondo fonti ufficiali; fino a tre, secondo testimoni e media locali. E il ministero dell’Interno turco afferma che l’assalitore è ancora in fuga. Il locale preso di mira è il ‘Reina’: un rinomato nightclub sulle rive del Bosforo posto nel quartiere di Ortakoy nel distretto di Besiktas, parte europea di Istanbul. Al momento dell’attacco, nel night ci sarebbero state tra le 500 e le 600 persone. L’attentatore avrebbe prima ucciso un poliziotto e una guardia giurata all’ingresso, per poi entrare nel locale e iniziare a sparare a caso sulla folla. Molti si sarebbero perfino gettati nelle acque gelide dello stretto per sfuggire alla morte. Gli investigatori che hanno ricostruito la dinamica dell’attacco parlano dell’esplosione di un numero di colpi tra 120 e 180.

Un gruppo di italiani scampati alla strage

C’era anche un gruppo di italiani nella discoteca “Reina” di Istanbul, teatro della strage di Capodanno. Si sono salvati buttandosi a terra e schivando i colpi che il killer sparava a bruciapelo, riuscendo a cavarsela solo con qualche escoriazione. Si tratta di tre modenesi, un palermitano ed una ragazza bresciana, quest’ultima rimasta lievemente ferita al volto, in Turchia per lavoro e che ieri avevano deciso di trascorrere la notte di San Silvestro nel noto e affascinante locale sul Bosforo con le altre centinaia di persone presenti nel nightclub quando l’attentatore è entrato in azione. Molti dei feriti – un settantina oltre al tragico bilancio di 39 morti – si sarebbero fatti male proprio a causa della calca, continua il racconto dei cinque sopravvissuti, secondo quanto rivelato a Trc-Telemodena.