Crisi finanziaria e Covid: in Vaticano taglio degli stipendi per cardinali e religiosi

Le disposizioni stabilite nel Motu Proprio entreranno in vigore a partire dal 1 aprile 2021

Papa Francesco ha deciso di tagliare le retribuzioni dei cardinali e dei religiosi. Il contenimento della spesa per il personale della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e di altri Enti collegati è stato annunciato dal Pontefice con un Motu Proprio

Il Motu Proprio

“Un futuro sostenibile economicamente richiede oggi, fra le altre decisioni, di adottare anche misure riguardanti le retribuzioni del personale“, si legge nel Motu Proprio di Papa Francesco, con il quale ha deciso di ridimensionare proporzionalmente e a tempo indeterminato gli stipendi dei cardinali (-10%), dei capi dicastero e dei segretari (-8%), e di tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose in servizio presso la Santa Sede (-3%). Tutti i dipendenti, invece, vedranno bloccato lo scatto di anzianità per due anni, fino al 2023, eccetto i dipendenti laici dal primo al terzo livello.

Considerato il disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede” e “considerato l’aggravamento di tale situazione a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid-19, che ha inciso negativamente su tutte le fonti di ricavo della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”, il Papa assume una decisione drastica, ma proporzionale e progressiva, sui costi per il personale che “costituiscono – come il Pontefice stesso ricorda – una rilevante voce di spesa nel bilancio della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”.

Da quando entrerà in vigore la misura

La misura entrerà in vigore dal prossimo 1 aprile 2021 e queste disposizioni verranno applicate anche al Vicariato di Roma, ai Capitoli delle Basiliche Papali Vaticana, Lateranense e Liberiana, alla Fabbrica di San Pietro e alla Basilica di San Paolo fuori le mura.