PARMA, A SETTEMBRE INIZIA LA RASSEGNA SULL’ ASTRATTISTA GIACOMO BALLA

“Giacomo Balla Astrattista Futurista”. E’ questo il titolo di un’importante mostra allestita dal 12 settembre all’8 dicembre a Parma presso la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo. La rassegna esaminerà la produzione artistica del maestro torinese Giacomo Balla (1871-1958) dal primo periodo figurativo all’approdo verso il futurismo. Nel 1915 lo stesso pittore e Fortunato Depero sottoscrivono il manifesto “Ricostruzione Futurista dell’Universo”, uno dei testi teorici più rivoluzionari delle avanguardie del Novecento, che tenta di ridefinire ogni campo artistico secondo le sue teorie e di rifondare le forme stesse del mondo esterno fino a coinvolgere anche gli oggetti e gli ambienti della vita quotidiana.

La mostra, curata da Elena Gigli e Stefano Roffi, è articolata per temi, ripercorrendo i capisaldi del Manifesto. Si apre con la sezione “Astratto”, che parte dai pastelli realizzati a Villa Borghese – come “Fontana (che piange)” – e dagli studi dell’iride del 1912, per concludersi con la “Finestra di Dusseldorf”, ultimo documento pittorico del passaggio da pittura oggettiva ad astrattismo. Il tema “Dinamico” è rappresentato dal volo delle rondini, l’automobile che corre e la velocità astratta. La sezione “Trasparentissimo” mette in luce i cicli delle Stagioni e le Trasformazioni Forme e Spirito, mentre quelle “Coloratissimo e luminosissimo” il paesaggio artificiale con Linee forze di paesaggio + sera del 1917-18 – mai visto in una mostra prima d’ora – Feu d’artifice e i Fiori in 3D.

La rassegna continua con degli autoritratti, come ecce homo dell’artista e il vestito e il mobile futurista dalla caleidoscopica Casa Balla. In “Drammatico” si può osservare l’interventismo in guerra, con Dimostrazione interventista del 1915 recentemente riscoperto sul retro del dipinto Verginità del 1926. La sezione “Volatile” evidenzia la figura femminile: dal primo pastello con Elisa che cuce (1898) al Dubbio (1907-1908), dai ritratti femminili degli anni venti al celebre Noi 4 allo specchio (1945). Infine, “Scoppiante” si materializza nella linea della velocità nelle sculture: dal rossissimo Pugno di Boccioni al Complesso plastico.