Vaticano pronto a far cadere il segreto bancario

L’ultimo muro del segreto bancario dello Stato del Vaticano sta per cadere. Matteo Renzi, in un’intervista all’“Espresso”, ha rivelato delle trattative in corso per la firma di un protocollo d’intesa tra Italia e Santa Sede. Il direttore della Sala stampa vaticana, Federico Lombardi, ha dichiarato che ci sono “interlocuzioni” con palazzo Chigi per raggiungere il traguardo di “una più ampia e completa trasparenza e dello scambio di informazioni ai fini fiscali”. Dal Tesoro gli uomini di Pier Carlo Padoan parlano di colloqui e contatti diplomatici e aggiungono che il dossier-Vaticano è nelle mani della direttrice del Dipartimento per le politiche fiscali, Fabrizia Lapecorella. L’intesa, assicurano fonti del governo, potrebbe essere firmata entro la fine di marzo.

Il primo obiettivo dell’accordo prevede la doppia imposizione fiscale: chi investe o deposita i propri denari nella città del Vaticano dovrà pagare le tasse anche nel paese di residenza. Il passo successivo sarà quello di garantire lo scambio automatico delle informazioni bancarie su semplice richiesta dell’Agenzia delle entrate e non più affidandosi alle difficili rogatorie a caccia di capitali italiani nascosti al fisco attraverso lo Ior. Si tratterebbe, in pratica, della fine del segreto bancario; una svolta decisiva verso la trasparenza delle finanze vaticane, e in particolare dello Ior, fortemente voluta dal pontificato di Papa Bergoglio. Se l’intesa dovesse arrivare in porto, per il governo italiano si tratterebbe del quarto accordo sullo scambio di informazioni bancarie a fini fiscali concluso in poche settimane dopo quelli siglati con Svizzera, Principato di Monaco e Liechtenstein.