Napoli: camorra e appalti nella sanità, 40 misure cautelari

Una operazione della Polizia di Stato e Direzione Distrettuale Antimafia ha posto fine ad un vasto giro di tangenti nella sanità partenopea

Si sono concluse oggi a Napoli le indagini su una serie di appalti condizionati nel settore ospedaliero che hanno portato alla notifica di oltre 40 misure cautelari nei riguardi di presunti esponenti del cartello malavitoso denominato “Alleanza di Secondigliano”, imprenditori e pubblici ufficiali.

Gli appalti e il sistema di tangenti

In particolare, le indagini, hanno preso in esame le forniture ospedaliere e i servizi esterni quali ad esempio il trasporto sanitario, le imprese di costruzione, di pulizie e le onoranze funebri facendo emergere che, alcuni dipendenti di queste società impiegate per fornire i servizi – ritenuti dagli inquirenti affiliati al gruppo malavitoso Caiazzo-Cimmino – che, quando si verificava l’eventualità di nuovi lavori, segnalavano la notizia agli esponenti della criminalità organizzata i quali, a loro volta, raccoglievano le tangenti sugli appalti.

Le indagini e la scoperta della maxitangente

Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile del capoluogo partenopeo su delega della Procura Distrettuale Antimafia. Dalle prime risultanze investigative è emerso anche il caso di una tangente da 400 mila euro per un appalto da 47 milioni di euro per un appalto presso l’ospedale Cardarelli di Napoli.

L’ostentazione del potere dei clan

Oltre a questo, al fine di ostentare il loro potere, i clan camorristici riuscivano ad ottenere cure “di favore” per i loro affiliati al fine di ottenere, mediante vari raggiri, la concessione degli arresti domiciliari per coloro che si trovavano detenuti presso la casa circondariale.

Gli arrestati

Tra gli arrestati ci sono Luigi Cimmino, ritenuto il vertice del clan camorristico operante nel quartiere Vomero, il figlio Franco Diego ed il suo braccio destro Andrea Basile.