Offensiva anti-Balaka contro una base Onu

Ore di terrore a Tagbara, in Repubblica Centrafricana, dove un Casco blu delle Nazioni Unite, nativo della Mauritania è rimasto ucciso durante un attacco a una base temporanea dei peackeeper dell'Onu: a compiere l'assalto, le milizie anti-Balaka, come reso noto da un portavoce. Almeno 22 i miliziani rimasti uccisi nella seguente sparatoria, andata avanti per diverse ore, fino all'arrivo dei rinforzi spediti dalle basi più vicine: i soldati della pace sono stati trasferiti a Bangui con un elicottero. Secondo quanto emerso finora, l'attacco sarebbe stato messo in atto con l'intento di liberare sette persone poste in stato di detenzione dalla Minusca e che, nella giornata di martedì, dovevano essere consegnate alle autorità della Repubblica Centrafricana. Nell'assalto, sarebbero rimasti feriti altri 11 peacekeepers.

La condanna delle Nazioni unite

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha fermamente e “nei termini più forti” condannato l'attacco, ribadendo che tali attacchi, messi in pratica contro basi ospitanti uomini impegnati in missioni di pace, possono essere considerati alla stregua di crimini di guerra. Anche il segretario generale Onu, Antonio Guterres, ha manifesato indignazione per quando avvenuto nella Repubblica Centrafricana, rivolgendo alle autorità la richiesta affinché si faccia piena luce sulle ragioni dell'accaduto (finora solo ipotizzate) e si possano consegnare i responsabili alla giustizia. Separatamente, ha affermato il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, alcune ore fa sono stati scoperti vicino a una chiesa di Tagbara i corpi di 21 civili, incluse quattro donne e quattro bambini.

Indagini

L'assalto alla base di Tagbara, a ogni modo, rientrerà in un'indagine del Consiglio di sicurezza, avviata allo scopo di far piena chiarezza sull'attentato e sulle motivazioni che vi sarebbero dietro. La Repubblica Centrafricana grava in gravi difficoltà sociali dal 2013, data che ha visto l'infuriare di molti scontri interreligiosi, specie da quando la capitale del Paese, Bangui, è finita sotto il controllo dei ribelli (in prevalenza musulmana) Seleka. Allo stesso anno risale la fondazione delle milizie anti-Balaka, nate in opposizione all'ex presidente Michel Djotodia ma presto orientatesi verso il contrasto armato contro i musulmani.