India, la minaccia del Covid per le tribù in via di estinzione delle Andamane

Vulnerabili e fragili, sulla loro testa pende la spada di Damocle del Covid-19. La situazione delle tribù indigene nel golfo del Bengala

Il Covid minaccia le piccole tribù che abitano alcune delle isole degli arcipelaghi delle Andamane e delle Nicobare, nel golfo del Bengala a più di mille chilometri dalle coste dell’India. Il Subcontinente è oggi uno dei principali punti d’attacco a livello mondiale del Coronavirus. In India i contagi hanno superato i 4 milioni e 650 mila e i morti sono stati circa 77 mila 500. Le popolazioni più fragili sono a forte rischio, come accade anche in Amazzonia, in un altro dei paesi al centro dell’epidemia, il Brasile.

Tribù in pericolo

Le tribù che vivono nelle isole dell’Oceano Indiano sono tra le più isolate del mondo e non hanno quasi nessuna immunità naturale alle malattie. Alla fine di agosto 11 componenti della tribù dei Grandi Andamanesi sono risultati positivi. Si tratta di una popolazione ormai ridotta a poche decine di unità. Erano oltre 5 mila quando gli inglesi colonizzarono l’arcipelago nel 1850. In centinaia perirono nella strenua difesa dei loro territori e altre migliaia sono morti per devastanti epidemie di morbillo, influenza, sifilide e Tbc, ma anche a causa dell’alcolismo. “Ci sono solo poco più di 50 Grandi Andamanesi – spiega all’emittente tedesca DW, Sophie Grig, ricercatrice di Survival International, un gruppo per i diritti tribali con sede a Londra -, quindi già circa il 20% della popolazione è stata colpita dal Covid”.

Le autorità delle Andamane hanno cercato di proteggere la tribù limitando al massimo gli spostamenti, ma in alcuni casi il contagio è stato portato dal personale di assistenza, oltre che da bracconieri e pescatori di frodo. Le isole Andamane e Nicobare, hanno una popolazione complessiva di oltre 430 mila abitanti, principalmente indiani arrivati sulle isole a ondate successive nel corso del secolo scorso, hanno finora segnalato oltre 3.300 casi di contagio e una cinquantina di decessi. Le isole sono state pesantemente investite dallo tsunami del 2004. L’evento ha avuto un grosso impatto sull’equilibrio dell’ecosistema e si stima abbia ucciso più di 3 mila persone.

Avijit Roy, responsabile del governo di Delhi per la lotta al Coronavirus nelle Andamane e Nicobare, ha detto che sei dei casi di contagio tra i Grandi Andamanesi sono legati a persone che si erano recate nella capitale del territorio, Port Blair, per lavoro. “Ma i risultati dei test – ha sottolineato – hanno rivelato che anche cinque membri della tribù che non avevano mai lasciato l’isola hanno contratto il virus”.

Nell’area ci sono altre le tribù indigene in pericolo: Onges, Jarwas, Shompen e Sentinelesi. Gli ultimi dati indicano che gli Onge sono circa 120, la tribù Shompen conta solo 238 componenti e gli Jarawa sono 520. Il territorio di questi ultimi è attraversato dall’Andaman Trunk Road e le Ong denunciano veri e propri “safari umani” per avvistare i membri della tribù.

Si corre ai ripari

“Le tribù indigene sono tra i gruppi più vulnerabili all’infezione da Covid-19”, ha detto ministro indiano per gli Affari tribali, Arjun Munda, “stiamo prendendo tutte le misure per la loro sicurezza. Le squadre mediche stanno mantenendo una stretta sorveglianza”. Per Srinath Reddy, presidente della Public Health Foundation of India: “È essenziale limitare i contatti fino a quando la pandemia non sarà finita. Le tribù devono anche essere le prime a ricevere il vaccino quando sarà disponibile”.

Un caso ancora più particolare è quello dei Sentinelesi, che sarebbero 150. Sono la tribù indigena dell’isola di North Sentinel e resistono strenuamente, anche con l’uso delle loro armi primitive, al contatto con il mondo esterno. Sono tra le ultime popolazioni a essere rimaste praticamente incontaminate dalla civiltà moderna. Mantengono una società di sussistenza e si dedicano alla caccia, alla pesca, alla raccolta di piante selvatiche e potrebbero non conoscere il fuoco.

Nel novembre 2018 un missionario di 27 anni di una chiesa cristiana americana, John Allen Chau, si fece traghettare sull’isola illegalmente da alcuni pescatori per tentare di convertire la tribù. Ma non appena approdato sull’isola venne tragicamente ucciso sulla spiaggia dalle frecce scoccate dagli indigeni.