IL PORTICUS AEMILIA DI ROMA DIVENTA PARCO PUBBLICO MONUMENTALE

Sabato 9 maggio saranno aperti i cancelli al Porticus Aemilia in via Rubattino, nel rione Testaccio, nel quale è stato realizzato un giardino monumentale e un laboratorio di espressioni artistiche contemporanee immersi tra le rovine dell’antica Roma. La struttura, risalente al II secolo a.C., era adibita allo stoccaggio di merci alimentari, ed è situata nei pressi dell’“emporium”, il porto sul Tevere dove giungevano le navi provenienti da Ostia.

L’edificio, suddiviso in 50 navate sormontate da volte a botte, si estende su una superficie di circa 1.200 mq, e sarà fruibile sia di giorno che di notte, grazie ad un impianto elettrico che accumula energia da pannelli fotovoltaici. Tutta l’area, delimitata da un’inferriata, è arricchita di cartelloni didattici che illustrano ai visitatori la storia del luogo. A breve è prevista anche un’istallazione di panchine e piante ornamentali.

Tuttavia, negli ultimi cinquant’anni, la storia del Porticus Aemilia non è degna di lode: per decenni è stata nascosta da rifiuti e baracche: “È stata finalmente cancellata una vergogna” afferma Renato Sebastiani, l’archeologo che ha coordinato il progetto di recupero. Gli scavi, effettuati tra il 2011 e il 2013, con la partecipazione del Royal Netherlands Institute of Rome, hanno documentato in corrispondenza delle arcate la presenza di due vani con pareti intonacate e in ottimo stato di conservazione, al di sotto dell’attuale pavimentazione.

Dal mattino del 10 maggio il parco offrirà visite guidate gratuite e le prime due opere del progetto stabile “Porticus in arte” e “Incontro d’amicizia”, curate da Alessandro Gorla e Juri Corti. La prima descrive le attività della Porticus Aemilia nel corso del tempo, la seconda, in due pannelli, presenta barche da cui discendono personaggi antichi e moderni, per un continuo dialogo. L’archeologo Sebastiani così commenta l’opera di Juri Corti: “Proprio le immagini delle barche rimandano di continuo all’ex porto interno della Capitale, il luogo della confusione, dell’incontro, della gioia e della sofferenza: l’area della Porticus Aemlia era dedita da lavoro e vorremmo rimanesse, anzi si creasse, o si ricostituisse qui, un nuovo spazio d’incontro, dove le persone possano vedersi, riconoscersi, mantenendo così un tessuto di relazioni positive e non più di estraneità”.