Kabul, kamikaze vicino ambasciate: 4 morti

Almeno quattro persone sono morte e altre 30 sono rimaste ferite a causa di una forte esplosione provocata da un'autobomba che questa mattina ha scosso un quartiere orientale di Kabul vicino all'ambasciata americana, alla missione Resolute Support della Nato e ad altre missioni diplomatiche: lo ha reso noto il direttore di un ospedale locale. Quello odierno è il secondo attentato terroristico nella capitale afghana in poche ore. L'ultimo, era avvenuto martedì scorso al compound del Green Village, la zona internazionale di Kabul dove abitano molti stranieri e sede di diversi uffici delle Nazioni Unite. A riferire della strage era stato il portavoce del ministero dell'Interno, Nasrat Rahimi, aggiungendo che come autobomba era stato usato un trattore imbottito di esplosivo, parcheggiato nella zona. L'attacco era stato rivendicato dai talebani. Stando alle cifre riportate dal ministero dell'Interno, le vittime di sarebbero almeno 16 ed i feriti 119. “Sedici connazionali e ospiti del Green Village sono stati uccisi ed altri 119 civili hanno riportato ferite”, ha spiegato oggi il portavoce del ministero, sottolineando che il numero delle vittime potrebbe ulteriormente aggravarsi: sono numerosi, infatti, i feriti che versano in gravi condizioni. Sempre a Kabul, lo scorso 18 agosto un kamikaze si era fatto esplodere durante un matrimonio, provocando una carneficina: 63 morti e almeno 200 feriti. IN quell'occasione, l'attentato era stato rivendicato dall'Isis (o Daesh).

Accordo di pace in vista?

L'attacco al Village era seguito all'annuncio, fatto dall'inviato speciale americano per l'Afghanistan Zalmay Khalilzad, in merito al raggiungimento di un accordo “in via di principio” tra gli Stati Uniti e gli insorti. L'inviato ha detto che gli Usa ritireranno 5.400 soldati dall'Afghanistan entro 135 giorni dalla firma di un accordo con i talebani, come prima fase di quello che dovrebbe essere un graduale ritiro di tutti i 14 mila militari statunitensi presenti in loco. Khalilzad ha puntualizzato che l'accordo “non sarà definitivo finché non sarà approvato dal presidente Trump”. Negli ultimi dieci anni gli Stati Uniti hanno investito circa 9,1 miliardi di dollari nelle infrastrutture urbane afgane.