UNIVERSITA’ LA SAPIENZA DI ROMA: 147 PIETRE PER LE VITTIME DI GARISSA

“Morire nell’università è segno di un nuovo martirio e chi uccide nell’università uccide l’umanità del futuro”, ha detto monsignor Lorenzo Leuzzi, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del vicariato di Roma, che ha presieduto ieri sera nella cappella della Sapienza, Università di Roma, l’Eucaristia di trigesimo per le vittime della strage di Garissa (Kenya).

“Nell’università si conosce la carità intellettuale e senza questa non è possibile costruire la pace. Cari giovani, non fatevi disturbare dalle vicende di questo mondo perché la storia è guidata dall’amore del Padre”, ha aggiunto il vescovo durante la sua omelia.

Alla celebrazione in ricordo del martirio dei giovani di Garissa, hanno partecipato alcuni studenti della Sapienza, il personale docente e amministrativo e il rettore dell’università, Eugenio Gaudio. Durante l’offertorio, ognuno dei presenti ha portato all’altare una pietra bianca, in segno di solidarietà con le vittime della strage.

“Partecipare a questo momento, per noi studenti, è stato come intraprendere un percorso che ci ha fatto riflettere sul reale significato della vita. – ha dichiarato una delle studentesse presenti – Tutto questo è stato reso possibile grazie all’impegno attivo di padre Jean Paul Hernandez e degli altri gesuiti della cappella, che oltre a farci sentire parte integrante di una grande famiglia, ci guidano e consigliano giornalmente”.

Circa un mese fa nel campus universitario di Garissa, in Kenya un comando di uomini armati di al Shabaab ha fatto irruzione nell’edificio uccidendo 147 ragazzi, molti dei quali sono stati decapitati. I terroristi sono entrati nella moschea dell’ateneo mischiandosi con i fedeli per la preghiera, e una volta dentro hanno iniziato a dividere i ragazzi per credo religioso, rilasciando i musulmani e tenendo in ostaggio i cristiani.