AFGHANISTAN, ALLARME DAL MINISTERO PER I RIFUGIATI: “100MILA I PROFUGHI INTERNI”

Il ministro per i Rifugiati afghano, Alemi Balkhi, ha annunciato che il conflitto esploso nella provincia settentrionale di Kunduz, in seguito agli attacchi terroristici dei talebani, ha generato almeno 100.000 profughi interni fuggiti nelle province circostanti e a Kabul. Lo riferisce l’agenzia stampa Pajhwok. Parlando con i giornalisti nella capitale, Balkhi ha reso noto che un team speciale del suo ministero ha registrato 20.000 famiglie in uscita.

Dopo la caduta nel 1992 della Repubblica Democratica dell’Afghanistan appoggiata dai sovietici, l’Afghanistan piombò in una lunga guerra civile tra i vari combattenti della resistenza islamica (mujaheddin). I talebani emersero come una forza armata in grado di portare il loro ordine in un paese devastato economicamente. Eliminarono i numerosi pagamenti che erano richiesti dai vari signori della guerra e imposero con la forza una tregua richiamandosi ai valori dell’Islam, riducendo certamente i combattimenti tra le varie fazioni in lotta con l’eliminazione di altri gruppi combattenti che non si allineavano.

Kunduz è da mesi teatro degli attacchi talebani con quotidiani attentati suicida dinamitardi diretti a colpire le istituzioni centrali e i contingenti stranieri. L’offensiva era stata avviata il 28 settembre scorso quando i talebani conquistarono la città, centro strategico del Paese essendo l’unico che collega le province di Takhar e Badakhshan, punti chiave dell’attuale governo. Nell’attacco, erano morte almeno 35 persone e altre 54 erano rimaste ferite. I ribelli avevano inoltre occupato diversi edifici governativi e preso il controllo di un ospedale gestito dal governo, con 200 posti letto, in un quartiere meridionale della città. Kunduz è stata liberata il primo ottobre scorso dopo una notte di scontri tra forze governative e insorti.