INDIA, 10 CONDANNE PER LA MEGA TRUFFA SATYAM

Nel 2009 il settore informatico indiano fu messo a dura prova dallo scandalo Satyam Computers, che nel giro di poco tempo venne soprannominata la “Enron Indiana” per la vasta portata della frode che ha portato all’arresto il presidente e fondatore Ramalinga Raju accusato, insieme ad altri dirigenti, di aver gonfiato per anni i profitti e aver portato il gruppo, all’epoca il numero 4 del mondo informatico indiano, sull’orlo del fallimento.  La mega truffa ai danni degli azionisti è equivalente a due milioni di euro.

Oggi un tribunale speciale indiano ha emesso per i dieci imputati, tra cui anche l’ex presidente Ramalinga Raju, le condanne di colpevolezza. Secondo l’agenzia di stampa Ians tutti rischiano l’ergastolo e il giudice, B.V.L.N. Chakravarthi, ha dichiarato che renderà nota l’entità della condanna nella giornata di domani.

Prima dell’ammissione dello scandalo, consistito nel ripetuto gonfiamento fittizio degli utili della compagnia, la Satyam aveva nel suo portafoglio centinaia di clienti, fra cui alcuni gruppi di rilevanza mondiale (Unilever, Nestlé, DuPont, Cisco Systems, Ge, Sony e Applied Materials) molti dei quali si sono ritirati dopo lo scandalo.

Al momento dell’arresto, il presidente Raju aveva dichiarato che solo lui e il fratello erano a conoscenza della frode finanziaria, ma che nessuno dei due in realtà ne aveva mai approfittato per arricchirsi. Secondo lui, l’unico scopo dei “ritocchi” era quello di gonfiare i conti della compagnia per far salire il prezzo delle azioni ed evitare così ogni tentativo di acquisizione.