Juncker preoccupato dal voto italiano

Elezioni italiane e referendum Spd in Germania: due step importanti per l'Europa, sui quali si è soffermato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, dicendosi preoccupato in particolar modo “per l'esito del voto italiano” più che per la votazione della nuova presidenza dei popolari tedeschi. Il numero uno della Commissione Ue, però, ha anche rimarcato che, con le politiche del 4 marzo, “dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un Governo non operativo in Italia”. Un'affermazione alla quale ha replicato il premier uscente, Paolo Gentiloni, il quale ha precisato che tranquillizzerà Juncker perché “i governi tra l'altro sono tutti operativi, i governi governano”.

Juncker corregge: “Fiducioso nel prossimo governo”

Le dichiarazioni pessimistiche di Juncker, oltre a quello di Gentiloni, hanno incontrato il dissenso di tutti i principali partiti italiani tanto che, qualche ora dopo, lo stesso presidente ha aggiustato il tiro, specificando che “le elezioni sono un'occasione di democrazia. E questo si applica anche all'Italia,- un Paese a cui mi sento molto vicino. Il 4 marzo gli italiani si recheranno alle urne ed esprimeranno il loro voto e qualunque sarà l'esito elettorale sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l'Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizione del suo futuro”. La visione di Juncker, Italia a parte, assume connotazioni negative anche in chiave unitaria: “Non mi faccio illusioni sull'Europa, meglio non essere troppo ottimisti”. E, quasi di riflesso al quadro pessimistico descritto, è arrivato il segno meno sui principali listini della Borsa, con Ftse Mib a segnare un -1,56% a 22.298 punti, All Share -1,46%. Negativi anche i listini Fca, che cede il 3,2%, Banco Bpm (2,9%), Unicredit (2,7%) ed Exor (3,5%).

Le reazioni

“A Juncker – ha detto l'europarlamentare pentastellato Massimo Castaldo – diciamo che non si deve mai avere paura del voto dei cittadini. La sovranità appartiene al popolo, come recita la nostra Costituzione. Visto il ruolo che ricopre, consigliamo al Presidente della Commissione di evitare dichiarazioni che appaiano come vere e proprie ingerenze nella vita politica di uno dei Paesi fondatori dell'Unioni europea. Meritiamo rispetto. La politica dei moniti e dei diktat di Bruxelles è morta e sepolta”. Sulla stessa linea anche Nicola Frantoianni, di Liberi e uguali: “Vorremmo sentire dall'Europa qualche parola e vedere qualche atto che dia risposte ai lavoratori e alle lavoratrici di Embraco, vorremo risposte sulla necessità di un'Europa solidale e responsabile sul grande tema dell'immigrazione. Vorremmo risposte e iniziative sul clima e sui diritti sociali che nel vecchio Continente hanno conosciuto in questi anni solo arretramenti… Invece la preoccupazione di Juncker si rivolge ai mercati, quelli su cui nessun controllo in materia fiscale e contro la speculazione è stato messo in atto. Ci faccia il piacere di tacere”.