L’esperienza fondamentale degli apostoli sul monte Tabor

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Nel Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima Gesù ai tre apostoli prescelti, Pietro, Giacomo e Giovanni, mostra cosa sarà il Suo e il nostro destino: la Resurrezione. I discepoli sono così testimoni di qualcosa che non capiscono, proprio come accade anche a noi tante volte, a cui rimane complicato comprendere cosa significa “Vita Eterna”.

Gli apostoli fanno però un’esperienza fondamentale: provano la bellezza di stare con Gesù, tanto che Pietro dice «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa».

Questa esperienza è necessaria per ogni uomo. Scoprire quanto è bello «stare con Lui», seguire la Sua Parola: Gesù ci insegna a vivere il presente pensando al Cielo, da uomini nuovi, che vivono non soltanto condizionati dall’ansia, dalle preoccupazioni della terra e dai problemi di ogni giorno, ma guardando alla ricompensa del nostro Padre che è nei Cieli.

Scrive San Leone Magno commentando questo brano che con la Trasfigurazione «veniva dato fondamento alla speranza della santa Chiesa, in modo che l’intero corpo di Cristo potesse conoscere quale trasformazione gli sarebbe stata donata, e le membra potessero rendersi sicure di aver parte a quella bellezza che aveva rifulso nel capo» (Omelia 38).

Abbiamo bisogno di stare con Lui, perché solo ricevendo il Suo Spirito possiamo perdonare, possiamo accettare la nostra storia, anche quando non la comprendiamo subito, perché dietro è nascosto il Suo amore, che non sempre sappiamo riconoscere. Approfittiamo di questo tempo di Quaresima, tempo favorevole per prepararci alla Pasqua, la gloria che Gesù ha donato a noi. Vivremo così la gioia di avere già oggi, qui sulla terra, come gli apostoli sul monte Tabor, la prova della Vita eterna.