MESSA DEL PONTEFICE A SANTA CRUZ: “ABBANDONIAMO LA LOGICA DEL CONSUMISMO”

“Siamo venuti da diversi luoghi, regioni, paesi, per celebrare la presenza viva di Dio tra di noi torna alla mente il ricordo di tutte le comunità che sono nate nel nome di Gesù in queste terre, delle quali noi siamo eredi”. Con queste parole Papa Francesco accoglie i fedeli giunti per partecipare alla Santa Messa nella piazza del Cristo Redentore che farà da apertura al quinto Congresso eucaristico nazionale. “Nel Vangelo che abbiamo appena ascoltato ci è stata descritta una situazione abbastanza simile rispetto a quella che stiamo ora vivendo. Come quelle quattromila persone, noi siamo desiderosi di ascoltare la Parola di Gesù e di ricevere la sua vita. Loro ieri e oggi noi, insieme al Maestro, Pane di vita”.

“In questi giorni – ha continuato il Papa – ho potuto vedere molte madri con i loro figli sulle spalle. Come fanno qui molte di voi. Portano su di sé la vita, il futuro della loro gente. Portano le ragioni della loro gioia, delle loro speranze. Ma portano sulle loro spalle anche disillusioni, tristezze e amarezze, l’ingiustizia che pare non avere fine e le cicatrici di una giustizia che non si realizza. Portano su di sé la gioia e il dolore della loro terra. Voi portate la memoria del vostro popolo, che si trasmette di generazione in generazione, una memoria in cammino”.

Spesso però, come spiega Bergoglio, la speranza si indebolisce perché si perdono le ragioni della gioia e il cuore lascia spazio alla tristezza facendo dimenticare che “siamo un popolo amato”. Nella disperazione poi è facile entrare nella logica del “pretendere”, trasformando tutto in oggetto di scambio, di consumo, tutto diventa negoziabile. “Una logica che scarta tutti quelli che non ‘producono'”. Il Santo Padre fa però notare che nel Vangelo Gesù dice ai suoi discepoli che non sanno come sfamare la folla di 5000 persone: “Date voi stessi da mangiare. E Gesù continua a dircelo in questa piazza. Basta con gli scarti, date loro voi stessi da mangiare”.

Questo è possibile solo attraverso tre gesti che il Signore compie: “Prende un pò di pane e qualche pesce, li benedice, li divide e li consegna perché i discepoli lo condividano con gli altri”. Da qui il Papa spiega il significato di questi verbi. “Prende: Il punto di partenza è che Gesù prende molto seriamente la vita dei suoi. L’autentica ricchezza di una società si misura nella vita della sua gente, si misura negli anziani capaci di trasmettere la loro saggezza e la memoria del loro popolo ai più piccoli. Gesù non trascura la dignità di nessuno, con la scusa che non ha nulla da dare o da condividere”.

“Benedice. Gesù prende su di sé, e benedice il Padre che è nei cieli. Sa che questi doni sono un dono di Dio. Benedire comporta questo duplice sguardo, da un lato ringraziare e dall’altro poter trasformare. Significa riconoscere che la vita è sempre un dono, un regalo che, posto nelle mani di Dio, acquisisce una forza che lo moltiplica. Il nostro Padre non toglie nulla, tutto moltiplica”.

“Dedizione. In Gesù non vi è un prendere che non sia una benedizione, e non esiste una benedizione che non sia dedizione. La benedizione è sempre anche missione, ha una finalità, condividere, il dividere insieme quello che si è ricevuto, poiché solo nella dedizione, nel con-dividere troviamo, come persone umane, la fonte della gioia e facciamo esperienza della salvezza. Maria, che, come molte di voi, portò su di sé la memoria del suo popolo, la vita di suo Figlio, e sperimentò in sé stessa la grandezza di Dio, proclamando con giubilo che Egli ‘ricolma di beni gli affamati’ (cfr Lc 1,53), sia oggi il nostro esempio per affidarci alla bontà del Signore, che compie opere grandi mediante l’umiltà dei suoi servi”.