Michele Sole: “Il Gen Rosso? Nato grazie a Chiara Lubich per diffondere un messaggio di pace e fratellanza”

Con "Gen Rosso a casa tua", la band musicale espressione artistica del movimento dei Focolari entra nelle case degli italiani in diretta streaming

Comunicare messaggi di pace e fratellanza universale e concorrere alla realizzazione di un mondo più unito.

E’ questo lo scopo con cui nel 1966 nasce la band musicale Gen Rosso, dove Gen sta per “Generazione nuova” e “Rosso” è il colore della prima batteria. Quella batteria che Chiara Lubich (Premio Unesco per l’educazione alla Pace) regalò ai giovani della cittadella di Loppiano, situata sulle colline toscane, vicino Firenze: 850 abitanti da 65 paesi nel mondo, uniti da una convivenza multiculturale fondata sulla vita dei valori cristiani.

I nuovi singoli

Dopo “Go for love“, il 15 aprile sarà rilasciato un nuovo singolo su tutte le piattaforme digitali più utilizzate come Spotify, iTunes, Google Play. Il secondo nuovo singolo del Gen Ross – che anticipa l’uscita di un nuovo album che verrà pubblicato in due anni – si chiama “Now”. Una canzone che fonde molto bene le più attuali sonorità electro pop con i suoni vintage del funky anni ’70. Ne nasce così un ponte sonoro tra le epoche e le generazioni espresso in modo chiaro ed originale dal punto di vista ritmico quanto armonico. I loops, le chitarre elettriche e il sinth bass creano una solida base alle armonie dei piani rhodes ed harpsichord. Resta intatto ed evocativo come sempre il suono delle voci corali e soliste del Gen Rosso, capaci di amplificare il messaggio di speranza e fratellanza universale.

L’intervista

Ma in questo periodo di “reclusione forzata” come la band riesce a rimanere in contatto con i suoi fans? Come può la musica unire e fare coraggio? Interris.it ne ha parlato con una delle voci del Gen Rosso, Michele Sole.

In questo periodo di emergenza, state entrando nelle case dei vostri fan attraverso dei mini-concerti in streaming e l’avete intitolata “Gen Rosso a casa tua”. Come è questa esperienza?
“E’ bellissima, ogni volta emozionante. Visto che non possiamo uscire e fare concerti, ci siamo chiesti quale fosse un modo per far sentire che ci siamo? Abbiamo pensato a delle dirette in streaming dal salotto di casa. ‘Gen Rosso a casa tua’ è nato così. E’ incredibile, soprattutto i feedback che ci arrivano. Le persone si sentono confortate, volute bene e accompagnate. Siamo felici di questa opportunità di poter essere vicino alla gente con la nostra musica”.

A tutte le persone che sono decedute a causa del coronavirus avete dedicato la canzone “Perché ti amo”, come mai avete scelto proprio questa?
“E’ una bella domanda. I Gen Rosso nei suoi oltre 50 anni di vita hanno composto più di 500 canzoni, se ne potrebbero dedicare tantissime, ma abbiamo scelto ‘Perché ti amo’ che parla spudoratamente di quando Gesù, nel momento della Passione, dà tutto sé stesso, la sua vita, e lo fa perché ci ama. Ci sembrava più che mai adatta”.

Come nasce la band musicale Gen Rosso?
“E’ nata nel Natale del 1966, da un’ispirazione di Chiara Lubich, la fondatrice del movimento dei Focalari. Il Gen Rosso e il Gen Verde, sono espressioni artistiche di questo movimento. In quel Natale, Chiara regalò una batteria rossa ad un gruppo di ragazzi che erano a Loppiano – una cittadella internazionale, la prima del movimento – e disse loro: ‘Con la musica dite a tutto il mondo che la fraternità è possibile’. Il Gen Rosso, fin dai suoi inizi è stato caratterizzato dalla presenza di componenti di diversa nazionalità: africani, asiatici, americani, europei… E da oltre 50 anni, il Gen Rosso porta, attraverso la musica e il canto, questo messaggio di mondo unito, perché noi già lo viviamo e vogliamo annunciarlo a tutto il mondo”.

Tu sei una delle voci della band. Come sei entrato in questo mondo?
“E’ una storia particolarissima. Io quando ero adolescente vivevo una situazione di travagli interiore, cercando il senso della mia vita. A un certo punto ho pensato che se fossi riuscito a entrare nel mondo televisivo, questo mi avrebbe fatto felice e si sarebbero risolti tutti i miei problemi. Ho fatto per tre volte i provini per “Amici”, il programma di Maria De Filippi. Non sono mai stato preso. Poco dopo, avevo appena 20 anni, ho conosciuto il movimento dei Focolari e in particolare il Gen Rosso. Questo mi ha stravolto la vita. Ho capito che per essere felice mi bastava amare. Mi ha rivoluzionato il mio mondo, mi sono aperti gli occhi. Dio nella sua immensità e nella sua generosità mi ha dato la possibilità di far parte del Gen Rosso e di cantare per un mondo unito e la fraternità universale”.

Da 50 anni fa ad oggi, come è cambiato il metodo di comunicare attraverso la musica?
“Il messaggio è rimasto e deve continuare a restare lo stesso. La musica e i vari stili, invece, si sono sempre adeguati ai tempi, alle ‘ere’ che passavano. C’è sempre stato, anche grazie ai vari componenti che si sono aggiunti man mano, un rinnovamento nella nostra musica. Ci siamo sempre adeguati, dai musical alle opere rock, agli inni più classici, a canzoni più pop. Abbiamo sempre cercato di essere al passo coi tempi. Gli ultimi brani, come ‘Go for love‘,  uscito il 2 marzo, hanno sonorità moderne”.

Parlando dei singoli, il 15 aprile uscirà “Now”, puoi darci qualche anticipazione?
“E’ una canzone pop elettronica, con un po’ di funky. E’ molto profonda perché dice: ‘Io ho bisogno di te Signore, ho bisogno che tu mi salvi. Ogni volta che inceppo nella mia miseria, io ho bisogno di te più che mai’. E’ in inglese e il ritornello ripete: ‘I need you now, i need you now'”.

In questo periodo di reclusione forzata a causa del coronavirus, sono molti i musicisti che dalle proprie abitazioni fanno dirette live, mini-concerti. La musica è un linguaggio unificante in questo momento così difficile?
“Assolutamente. Si è rivelato ancora una volta un mezzo potentissimo, capace di mettere insieme le persone e farle sentire unite, perché la musica lo sa fare alla grande e lo fa da sola. In questo senso la musica è una potenza, una bomba”.

Vuoi lanciare un messaggio alle persone che vi seguono?
“La speranza veramente non muore mai. Noi abbiamo conosciuto, nel mondo, persone che hanno sofferto molto nella vita. Alla fine c’è un qualcosa che le ha riscattate. Bisogna continuamente essere ottimisti e pensare che il futuro è sempre migliore del passato”.