Tota pulchra es Maria

Quando ero in seminario, si cantava spesso un inno a Maria in latino, che iniziava con le parole “tota pulchra es Maria!!”, “Maria sei bellissima”. Non capivo bene il perché, poi ho cominciato a capire qualcosa, guardandola nel suo modo di essere, di pensare, di agire.

A Cana si celebravano le nozze, forse di un parente. Gesù fu invitato con i suoi discepoli, i dodici che aveva scelto dopo una notte di preghiera. Li aveva scelti perché stessero con Lui, e perché lo precedessero a preparare i cuori ad accoglierlo.

Maria, la Madre di Gesù, era già arrivata alla festa. Dopo arrivarono suo Figlio e gli apostoli. La Vergine si accorse che che il vino stava venendo meno. Gli sposi si trovavano nei guai, Maria si rivolse a Gesù, pregandolo d’intervenire. “Non hanno più vino“. Egli le rispose avendo capito bene cosa le chiedeva: “Non metterti in mezzo fra gli sposi e me. Non è arrivata la mia ora”. In altre parole: “Non posso fare ciò che chiedi”. Maria tacque. Lei sapeva però che Gesù avrebbe rispettato il ruolo che il Padre le aveva dato nella nuova creazione. Infatti lei disse agli inservienti: “Fate quello che vi dirà”.

Gesù con il suo “no” prima, e con l’assecondamento poi, manifesta l’esistenza di una relazione misteriosa, ma reale, tra la missione di salvezza di Gesù e sua Madre. Lo si deduce dalle parole di Gesù. Egli non dice solo: “Non intervenire”, come si dice a uno che importuna. Egli richiama alla madre la motivazione del suo rifiuto: “Non è arrivata la sua ora”. Cristo parla a Maria come a una persona che è dentro la sua missione.

Dopo le parole della Madonna ai servi, Gesù anticipa la sua ora e compie il primo dei segni attraverso i quali egli dimostra di essere l’Emmanuel, il Dio con noi. Maria dunque ha un potere d’intervento nella realizzazione della salvezza portata da Cristo.

Tratto da “Gesù è una cosa seria”, ed. Mondadori