Cuba: è morto Fidel Castro, 90 anni da “Lìder maximo”

E’ morto Fidel Castro: aveva 90 anni. È deceduto alle 22.29 ora cubana (le 4.29 italiane) e la salma sarà cremata nelle prossime ore. La notizia della scomparsa del leader cubano arriva direttamente dalla Tv nazionale dell’isola caraibica dalla bocca del fratello, Raul Castro, attuale presidente del Consiglio di Stato (cioè capo dello Stato e del governo). Fidel aveva infatti lasciato il potere nel 2006 a causa di una malattia, i cui dettagli non sono mai stati rivelati. Raul Castro ha concluso il suo commosso annuncio con lo slogan tanto caro al fratello maggiore: “Hasta la victoria, siempre”.

Di diverso tenore i commenti dei tanti dissidenti e degli esuli cubani negli Stati Uniti. “Finalmente“, ha scritto in un tweet “14 y medio”, il blog della nota dissidente Yoani Sanchez commentando la morte dell’ex presidente cubano. Anche un altro media, Diario de Cuba, commenta la notizia del decesso del “dittatore che aveva ceduto il potere al fratello Raul Castro nel luglio del 2006”.

Fidel Alejandro Castro Ruz nasce a Biran, un piccolo toponimo della provincia di Holguín, il 13 agosto del 1926, terzogenito di Ángel Castro Argiz, un benestante proprietario terriero gallego originario di Láncara, e di Lina Ruz González, cubana figlia di immigrati spagnoli originari delle Isole Canarie. Studia dai Gesuiti a l’Avana che gli insegnano la superiorità dei valori spagnoli di onore e di dignità in contrapposizione al materialismo anglosassone.

Qualche anno dopo la laurea in legge si candida alle presidenziali, progetto subito frustrato per il golpe del 10 marzo di Fulgencio Batista. La sua risposta è l’assalto alla Caserma della Moncada, il 26 luglio 1953. Per Fidel fu un disastro: i ribelli vennero catturati e 80 di loro fucilati. Lo stesso Catro è condannato a 15 anni di prigione e, nella sua difesa finale, pronuncia il famoso discorso su ‘La storia mi assolverà’, in cui delinea il suo sogno rivoluzionario. Dopo il carcere, amnistiato, va in esilio negli Usa, poi in Messico: è qui che conosce Ernesto Guevara. Dopo due anni di guerriglia sconfigge il dittatore e, il primo gennaio 1959, entra trionfalmente a L’Avana: è il trionfo della ‘revolucion’.

Fino a quel momento, l’economia dell’isola viveva del commercio dei vicini Stati Uniti. Dopo la presa del potere, Fidel rompe gli equilibri espropriando le proprietà delle principali compagnie statunitensi (la United Fruit in particolare) prima e firmando un accordo per l’acquisto di petrolio dall’Unione Sovietica poi. E’ l’inizio dell’embargo, (dallo spagnolo embargar, detenere) il blocco degli scambi commerciali deciso da uno o più paesi nei confronti di un paese terzo, solitamente per motivi politici o economici.

Grazie al suo indiscusso carisma, e agli aiuti finanziari dalla Russia, Cuba riesce comunque a resistere al duro embargo americano e ad un attacco militare, quello della ‘Baia dei Porci’, organizzato dalla Cia nel 1961 con un esercito formato anche da cubani reclutati all’estero. E’ poi stata al centro della crisi dei missili nel 1962 che ha rischiato di trascinare il mondo in una guerra nucleare mondiale.

Con gli anni Novanta inizia il periodo più travagliato per il regime. Mosca chiude i finanziamenti e l’economia cubana crolla entrando in una drammatica carestia che Fidel battezzerà come “Periodo especial” imponendo sacrifici alla popolazione in nome di nazionalismo, indipendenza e socialismo. Per salvarsi, Cuba spalancherà le porte al turismo e alle rimesse degli esuli, nonché la liberalizzazione dell’uso dei dollari.

Con la malattia e l’avvento al potere di Raúl, nel 2008, tutti le personalità più vicine a Fidel vennero allontanate dai posti di comando. In poco tempo il fratello minore smontò gran parte del sistema costruito da Fidel, sostituendo i funzionari civili con i militari che lui aveva formato e cresciuto come Capo delle Forze armate di Cuba. E concedendo molte nuove libertà come il passaporto per viaggiare all’estero, assolutamente proibito negli anni precedenti.

Una lenta apertura del regime, soprattutto in economia, con la nascita delle attività private: dal barbiere ai proprietari di stanze per i turisti. Processo portato a compimento da Raúl con la pace, nel dicembre 2014, firmata con i grandi nemici di Fidel: gli Stati Uniti d’America, immortalata dalla storica stretta di mano con il primo Presidente Usa afro-americano, Barak Obama. Fidel, dall’alto dei suoi 90 anni di guerriglia anti-Usa, non lo avrebbe mai fatto e, quando ne ebbe la possibilità, criticò apertamente la svolta del fratello minore. Ora è morto e con lui, forse, l’idea utopistica del suo “sogno rivoluzionario cubano”.