CANONIZZAZIONE, I VESCOVI INDIANI: “MADRE TERESA E’ UNA SANTA DEL NOSTRO POPOLO”

A pochi giorni dalla cerimonia che eleverà agli onori degli altari Madre Teresa di Calcutta, il Segretario generale della Conferenza episcopale indiana, il vescovo mons. Theodore Mascarenhas, presentando a Delhi la figura della suora eha affermato:”La canonizzazione di Madre Teresa è un evento importante per l’India. Siamo grati al governo per il sostegno alla cerimonia del 4 settembre in Vaticano. E’ un giorno importante per il mondo, in particolare per gli indiani, dato che la Madre è venuta qui dall’Albania a seminare i valori del Vangelo per raggiungere milioni di persone nelle periferie, andando oltre i confini di casta, credo e religione”.

“In India siamo diventati più ricchi grazie della sua povertà e grazie alla sua umiltà, siamo benedetti grazie alla sua compassione. Ha vissuto in mezzo a noi donando a piene mani misericordia a tutti coloro che ne avevano bisogno – ha proseguito il presule -. Madre Teresa ha fuso i valori del Vangelo con i valori indiani, dedicandosi ai più poveri tra i poveri. E il Primo Ministro indiano Narenda Modi ha detto quello che molti indiani pensano: Madre Teresa è una santa ‘nostra’.”

L’arcivescovo di Delhi, Anil Couto, illustrando le diverse fasi del processo di beatificazione e canonizzazione, ha ricordato che “non è il Papa che dona santità, ma Dio solo, mentre il Papa facilita il processo per conto della Chiesa e del popolo di Dio”. Madre Teresa era stata dichiarata ‘Serva di Dio’ nel 2003: “Oggi esultiamo per la proclamazione della sua santità che tocca nel profondo il nostro Paese e la nostra Chiesa, nell’Anno della misericordia”, aggiunge mons. Couto.

“Madre Teresa continua ad ispirare la Caritas India, nell’impegno di raggiungere i più bisognosi ed emarginati con amore e compassione” ha detto padre Paul Moonjely, vicedirettore esecutivo della Caritas India che oggi fornisce assistenza, cibo, vestiario, riparo e conforto a 6 milioni di persone in difficoltà in India come sfollati, dalit, tribali, disabili e migranti. “Sul suo esempio abbiamo scelto il motto: ‘Non lasciare nessuno indietro’, scegliendo di occuparci degli esclusi e dei disagiati in ogni angolo del paese”, ha concluso.