Istat, cresce la spesa delle famiglie: +1% rispetto al 2015 ma ancora sotto i livelli del 2011

Spese in crescita ma ancora sotto i livelli del 2011: questo il dato emerso dal rapporto statistico dell’Istat sulla spesa media mensile delle famiglie italiane, evidenziando che, nell’anno 2016, il raffronto numerico si è attestato sui 2.524,38 euro, ovvero l’1,0% in più rispetto al 2015, un incremento addirittura del 2,2% in confronto al 2013 (quando i livelli di spesa hanno raggiunto il loro minimo e si era registrato l’ultimo anno di calo per il Pil). Secondo l’Istituto di statistica, questo rapporto conferma che va consolidandosi, “a un ritmo moderato, la fase di ripresa dei consumi”, pur considerando un livello ancora lontano dai 2.639,89 raggiunto 6 anni fa, a seguito del quale si erano verificati cali progressivi nei successi due anni, con risalita a partire dal 2014.

Nord e Sud, gap ridotto

Un trend di ripresa che, secondo l’Istat, va confermandosi con tanto di riduzione della disparità fra il Nord, il Sud e le isole d’Italia: “Pur permanendo ampie differenze strutturali sul territorio, legate ai livelli di reddito, ai prezzi e ai comportamenti di spesa, il gap tra i più elevati valori del Nord-ovest (2.839, 10 euro) e quelli più bassi delle Isole (1.942,28) si riduce, passando da quasi 945 a 897 euro nel 2016″. A questo dato, si aggiunge quello relativo alla spesa delle famiglie “residenti nei comuni centro di area metropolitana”, ossia nei centri con maggiore densità abitativa, i quali “spendono ogni mese, in media, 2.899,21 euro”. Si tratta, stando al rapporto dell’Istituto, di un incremento del 10,2% rispetto al 2015 (2.630,27 euro).

Spesa italiani-stranieri

Interessante anche i dati relativi alle famiglie di soli stranieri le quali spenderebbero 1000 euro in meno rispetto a quelle composte da soli italiani: 1.582,94 euro al mese, impiegati soprattutto in spese riguardanti servizi essenziali (21,0% all’alimentazione e il 38% all’abitazione), contro 2.590,59. Di rimando, la spesa media delle famiglie per quanto riguarda il settore alimentare si attesta sui 447,96 euro al mese nell’anno appena trascorso il che, stando all’Istat, “rileva una crescente attenzione a un’alimentazione più corretta”: diminuisce, ad esempio, la quota destinata alle carni (4,8% in meno rispetto al 2015, pur restando la componente più importane) mentre sale del 3,1% quella relativa alla frutta e addirittura del 9,5% quella per i prodotti ittici. Un’ulteriore differenziazione tra consumatori italiani e stranieri, emerge nei dati relativi ai settori della ricreazione, spettacoli e cultura e per servizi ricettivi e di ristorazione: secondo l’Istat, le famiglie italiane hanno una maggiore predisposizione alla spesa in questi ambiti e, a supporto di questa tesi, è stato evidenziato il ritorno ai livelli pre-crisi nella spesa per i servizi ricettivi e legati alla ristorazione, incrementate del 4,8% rispetto al 2015.