Bambini e covid-19: i 7 consigli dell’esperto per vivere senza stress

“Facciamo attenzione a non commettere l’errore di pensare che i più piccoli, poiché non in grado di comprendere ciò che sta accadendo nel mondo, non percepiscano a loro modo che – a causa del coronavirus – qualcosa è cambiato”. E’ quanto dice a In terris il prof.
Gianluca Castelnuovo, psicologo, psicoterapeuta e dottore di ricerca in psicologia clinica, docente di “metodi e tecniche dei test psicologici” presso l‘Università Cattolica di Milano e ricercatore e clinico presso il servizio e laboratorio di psicologia dell’Istituto Auxologico Italiano. Insieme a due suoi colleghi e collaboratori – il dott. Roberto Cattivelli e la dott.ssa Anna Guerrini Usubini – ha stilato un breve vademecum in 7 punti su come aiutare i bambini a fa vivere loro senza stress la quarantena e lo stravolgimento della loro vita quotidiana a causa dell’epidemia.

Il prof. Gianluca Castelnuovo

Bambini sotto stress

Se infatti è vero che tutti, indipendentemente dalla fascia d’età a cui apparteniamo, siamo stati fortemente colpiti dalla emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del virus Covid-19 nel mondo e in particolare in Italia – con un bombardamento di notizie quotidiane su vittime e contagiati – è corretto evidenziare come per i bambini sia particolarmente difficile comprendere le ripercussioni sanitarie, sociali ed economiche della pandemia; ma non quanto questa stia concretamente impattando con forze sulle loro vite quotidiane. Certamente in modo diverso, ma non per questo meno importante, di quello che sta accadendo ai loro genitori e familiari.

Trauma emotivo

“Anche i più piccoli sono in grado di accorgersi che nel loro contesto di vita qualcosa è cambiato. Magari da un giorno all’altro si sono ritrovati a casa e non più all’asilo, oppure, improvvisamente, hanno visto i loro genitori smettere di uscire come ogni mattina per andare a lavorare… questi sono solo alcuni dei “piccoli” cambiamenti a cui, data l’età non è così facile abituarsi”, spiega il gruppo di esperti del dott. Castelnuovo. “E se non vengono aiutati a comprenderli, il rischio è quello di esserne fortemente spaventati. L’ansia sperimentata dai bambini in questo periodo deriva dal fatto che la loro routine è stata improvvisamente compromessa mentre le loro abitudini si sono radicalmente modificate e anche il loro contesto di vita è mutato velocemente, senza aver avuto il tempo di adattarvisi gradualmente. In un momento come questo, che rischia di assumere le caratteristiche di un vero e proprio evento traumatico, diventa fondamentale capire che cosa stia succedendo e dare un senso a questi cambiamenti, in modo da percepirli come qualcosa che si può gestire”.

Il ruolo chiave dei genitori e della scuola

In che modo i bimbi percepiscono l’epidemia e quali differenze con gli adulti? “Avendo meno strumenti degli adulti – prosegue – i bambini in particolare si affidano ai loro genitori, loro principali figure di riferimento, per capire cosa sta succedendo. Pertanto, appare chiaro come per un bambino vedere i propri genitori sotto stress significhi per lui essere sottoposto a ulteriore ansia”. “Ulteriore fattore critico per bambini un po’ più grandi, dai 6 anni in poi – evidenzia – è la sospensione delle attività scolastiche. Improvvisamente la scuola viene a mancare, perdendo il suo ruolo di importante agente educativo e di socializzazione, spesso luogo sicuro e attività strutturata oltre che contesto alternativo alla famiglia. E così tutta la loro quotidianità si modifica radicalmente: saltano gli orari, gli impegni giornalieri. Ed è proprio quando qualcosa ci viene a mancare, come ad esempio la routine, che ci accorgiamo di quanto questa sia importante”.

#andràtuttobene

I 7 consigli

Come fare in concreto a stare vicini ai propri figli per aiutarli a superare questo periodo “diverso”? Per i genitori di In Terris (e non solo) lo staff del prof. Castelnuovo ha stilato un elenco di sette consigli pratici per trasformare la “prigionia da quarantena” in un’opportunità di cresciate e benessere per tutto il nucleo familiare, a partire dai più piccoli:

1 – Mettete da parte per un attimo tutte le preoccupazioni che vi assalgono in questo momento, relative alla vostra salute e a quella dei vostri cari, alle difficoltà economiche, a come fare a gestire la vita in quarantena, tra smart working e gestione familiare. Questi aspetti non vanno dimenticati, ma vanno contestualizzati e messi in contenitori, in modo da non esporre i figli a momenti di stress a tempo indeterminato. Trovare quindi momenti dedicati ai figli è fondamentale. Nonostante apparentemente vi si dedichi più tempo, in questo momento in cui il contesto domestico diventa preponderante, mantenere la qualità delle interazioni risulta indispensabile.

2 – Siate disponibili per i vostri figli, ascoltateli, lasciate che vi pongano domande, anche quando queste appaiono insistenti, perché anche i vostri figli hanno bisogno di capire e voi siete gli unici a cui possono chiedere. Spingeteli a comunicare i loro dubbi e le loro paure, poi rispondete, in modo chiaro e emotivo, non solo tecnico. Focalizzatevi sempre e comunque su risposte positive alla fine, pur senza minimizzare troppo la situazione attuale, che si stia discutendo di problematiche generali, come aspetti relativi all’emergenza, o più personali quali aver perso almeno momentaneamente alcuni dei punti di riferimento, siano attività, relazioni familiari o amicali.

3 – Date loro risposte il più possibile chiare e semplici, senza negare quanto sta accadendo, ma fornendo spiegazioni con un linguaggio che sia per loro comprensibile. Questo li tranquillizzerà, e in questo modo impareranno a familiarizzare con un evento così drammatico e la paura dell’ignoto e dell’incerto a poco a poco scomparirà. Per esempio, se manifestassero paura del contagio, per se stessi o altri, si può chiarire loro che si potrà stare un po’ male ma che poi ci si riprende. Se la difficoltà risiede nella gestione di qualcosa che è venuta a mancare, per esempio i giochi al parco con gli amici, ribadire che si tratta solo di un periodo di tempo determinato che presto finirà e poi si tornerà a giocare tutti insieme.

4 – Sintonizzatevi con loro in modo da capire le emozioni che stanno provando in questo momento. In questo modo le validerete e, attraverso il vostro riconoscimento, loro impareranno a comprendere e gestire le loro emozioni, riconoscendole come del tutto normali e facenti parte della vita.

5 – Dedicate loro del tempo per svolgere qualche attività insieme, magari fate con loro un bel disegno, leggete insieme un libro, raccontate loro delle storie, giocate. Questo è il linguaggio giusto per i bambini, attraverso il quale comprendere la situazione e le emozioni che suscita.

6 – Ricostruite per quanto possibile una nuova routine, dentro la quale i vostri bambini possano ritrovarsi. Cercate di dare continuità alle attività che solitamente impegnano i vostri figli, come ad esempio il momento dei compiti, da separare rispetto al momento in cui si gioca e ci si rilassa

7 – Infine, lasciate che i vostri figli sperimentino la noia, non abbiate la fretta di riempire le giornate dei vostri figli. La noia, sebbene spiacevole, può costituire un’opportunità per far emergere nuovi interessi e passioni, favorendo l’esplorazione di sé e del proprio mondo interno.

Bambini che giocano in casa

Si ringrazia per la collaborazione, oltre al prof. Gianluca Castelnuovo per la grande disponibilità dimostrata, anche il dott. Roberto Cattivelli, assegnista di ricerca presso l’Università Cattolica di Milano e la dott.ssa Anna Guerrini Usubini, dottoranda di ricerca presso l’Università Cattolica di Milano, Staff Servizio Psicologia Clinica IRCCS Istituto Auxologico Italiano, per la preziosa collaborazione.