Covid-19, Borrelli: “812 decessi in 24 ore, ma con 1.590 è record di guariti”

Il capo della Protezione Civile: "Superata quota 100 mila contagiati anche se i nuovi positivi sono la metà di ieri"

Sono complessivamente 75.528 i malati di coronavirus in Italia. A riferirlo è il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che dà conto di un incremento di 1.648 rispetto a ieri, in cui era stato più del doppio (3.815). Per quanto riguarda i decessi, il tragico numero ha raggiunto gli 812 giornalieri (più di ieri, quando erano stati 756), nella giornata in cui si registra però il numero più alto di guariti dall’inizio dell’emergenza: 1.590. “Oggi – ha spiegato Borrelli – registriamo il dato più alto in un singolo giorno, che porta il totale dei pazienti che hanno sconfitto l’infezione a 14.620”. Il totale dei decessi si attesta ora a 11.591, quello complessivo di coloro che hanno contratto l’infezione (inclusi vittime e guariti) ha raggiunto la cifra di 101.739.

Le sanzioni

“Ognuno di noi deve rispettare le indicazioni delle autorità – ha detto il capo della Protezione Civile -, dobbiamo seguire l’indicazione di rimanere a casa e uscire solo per lo stretto indispensabile, perché solo rispettando queste misure riusciremo a sconfiggere il virus prima possibile”. Le parole di Borrelli arrivano come commento alle oltre 6 mila denunce arrivate ieri da parte delle Forze dell’ordine a chi ha violato i divieti: “E’ un comportamento che non va tenuto, bisogna evitare il contagio di altre persone”. E ancora: “Chi e’ positivo ed esce ha un comportamento che non va tenuto per evitare il contagio ad altri connazionali, ma anche per le conseguenze penali molto importanti”.

Locatelli (Css): “Non abbassare la guardia”

Presente in conferenza stampa anche il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, secondo il quale i dati “sono esattamente in linea con quelli degli ultimi giorni, cioè cala il numero dei soggetti che risultano positivi, pur a fronte di un numero di tamponi non inferiore a quello degli altri giorni, e il numero di chi ha bisogno di essere ricoverato in terapia intensiva non è più così marcatamente alto come all’inizio della scorsa settimana”. Inoltre, ha specificato Localtelli, “vorrei evidenziare il dato della Lombardia: nelle aree di Lodi e di Bergamo, il numero di eventi respiratori infettivi per i quali sono stati chiamati mezzi di soccorso è marcatamente ridotto, addirittura rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà del numero di interventi richiesti. Questo ci conferma quanto le misure di contenimento sociale intraprese, per quanto abbiano condizionato la nostra libertà individuale, abbiano avuto un effetto importantissimo. Non dobbiamo abbassare la guardia”.

Studi clinici

Il presidente del Css, ha inoltre sottolineato che sono già attivi “sei studi clinici e altri due hanno avuto il parere favorevole dell’Aifa”, specificando che “tra poco verranno ulteriormente attivati”. Tra questi, ve ne sono due in particolare “Il primo promosso dall’Oms per testare diversi approcci di terapia farmacologica per prevenire la replicazione virale. Uno studio a multibraccia, che arruolerà un numero di pazienti molto alto e ci consentirà di avere risposte solide e robuste sull’efficacia delle strategie. L’altro è uno studio controllato che andrà a investire i pazienti gestiti a domicilio. Questo da’ un’idea precisa di quanto e’ efficiente il sistema italiano in termini di attivazioni di studi anche a livello domiciliare”.