Vendevano coca al telefono: 21 arresti nel clan Del Gaudio

Maxi retata anti droga a Caserta e Napoli. I carabinieri del Nor di Santa Maria hanno notificato, tra Caserta e Napoli, 21 misure cautelari (arresti in carcere e ai domiciliari) nei confronti di altrettante persone ritenute affiliate al gruppo criminale dei Del Gaudio. Nello specifico, gli arresti sono stati eseguiti atamattina nei territori di Santa Maria Capua Vetere (CE), Somma Vesuviana (NA), Massa di Somma (NA), Marano di Napoli (NA) e Napoli. Quattro persone sono state trarre in arresto in flagranza di reato. Sequestri inoltre diversi quantitativi di sostanze stupefacenti. Ai 21 arrestati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere dedita all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed hashish, nonché di plurimi episodi, anche in concorso, di detenzione e spaccio delle medesime sostanze.

I reati

Come emerge dalle intercettazioni, la droga veniva ordinata via telefono e consegnata per appuntamento anche davanti all'anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere (a Caserta). I pusher, durante le conversazioni relative alla compravendita usavano un linguaggio in codice, indicando la cocaina con le parole “auto, macchine, scarpe, tuta o telefoni”. Inoltre, erano costretti ad acquistare la sostanza stupefacente dai fratelli Ferdinando e Sonia Del Gaudio al prezzo imposto dai capi clan. Il provvedimento cautelare è l’esito di articolata attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, dall’ottobre 2016 al luglio 2017, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, dichiarazioni rese dagli acquirenti e da uno degli indagati, nonché servizi di osservazione, perquisizioni, sequestri ed arresti in flagranza di reato. L'indagine ha consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione criminale riconducibile alla famiglia Del Gaudio operativa nel territorio di Santa Maria Capua Vetere, dedita all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed hashish e di scopreire che un uomo di fiducia si occupava di recuperare le somme inerenti alla cessione dello stupefacente dai singoli pusher. Per la donna sono stati disposti i domiciliari in quanto madre di un minore; il fratello Ferdinando è invece finito in carcere. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, sono stati sottoposti a sequestro preventivo ai fini di confisca beni riconducibili a dieci degli indagati (conti correnti, conti deposito, contratti assicurativi ed un’autovettura.