Pro-life italiani: “Soddisfatti per condanna del Pg”

Il procuratore generale della Cassazione ha chiesto l’annullamento della sentenza della Corte d’Appello di Trento che aveva imposto al Comune la trascrizione come figlio di due padri di un bambino nato in Canada da maternità surrogata.

Il commento dei pro-life

Questo pronunciamento è stato commentato da alcune delle associazioni che si presentano come portavoci del mondo pro-life italiano. In un comunicato congiunto l'Associazione ProVita Onlus , Generazione Famiglia e CitizenGo Italia hanno dichiarato : “Esprimiamo la nostra soddisfazione per la posizione del Procuratore Generale rispetto alla sua chiara condanna della pratica dell’utero in affitto finalmente indicato come 'contrario all’ordine pubblico'”. Toni Brandi, presidente dell'Associazione ProVita Onlus, ha affermato: “L’auspicio è che la Corte accolga la disposizione del Pg. Inoltre il fatto è rilevante essendoci altri conflitti aperti in ulteriori Comuni. Le Sezioni Unite accogliendo i ricorsi del pg di Trento, del sindaco della stessa città e del ministro dell'Interno Matteo Salvini, detterebbero la linea da seguire; la trascrizione non è ammissibile. I primi cittadini smettano di compiere altri atti illegittimi”. Sulla stessa linea anche Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia: “Si tratta di difendere il diritto dei bambini ad avere il papà e la mamma e a non essere comprati al mercato degli uteri, non è più un fatto privato dunque, ma riguarda la comunità e i diritti fondamentali dell’uomo”. Una posizione condivisa da Filippo Savarese, leader di CitizenGo Italia, per il quale “questa impostazione è anche merito di tutto ciò che le associazioni pro-family stanno facendo per sensibilizzare l’Italia, tra cui la recente campagna di manifesti di Pro Vita e Generazione Famiglia contro l'utero in affitto”. Soddisfazione ha espresso anche Emmanuele di Leo, presidente di Steadfast Onlus,che ha dichiarato: “Il diritto di ogni bambino al riconoscimento delle sue origini e il rifiuto del ricorso alla 'gestazione per altri', ovvero dello sfruttamento di una donna per la 'produzione' di un bambino frutto di un contratto commerciale, deve essere il punto fermo per ogni decisione in merito su vicende di questo tipo. Speriamo che il Diritto ed il buonsenso abbiano la meglio in questa vicenda e in tutte le altre che purtroppo si stanno ripetendo in molte altre municipalità nel nostro Paese.”

La linea dell'associazione che difende i diritti Lgbt

In occasione di un caso precedente su cui si era espresso il Tribunale di Pistoia e molto simile a quello su cui era arrivata la sentenza della Corte d'Appello di Trento, Miryam Camilleri, presidente di Rete Lenford, l'associazione che offre assistenza legale ai cittadini Lgbt, aveva chiesto che venisse stabilita per via giudiziale la “tutela del superiore interesse del minore a instaurare relazioni affettive stabili con entrambi i genitori a prescindere dal loro orientamento sessuale” e che ci fosse “il riconoscimento che anche per le coppie dello stesso sesso, la filiazione può nascere dal consenso consapevole e irrevocabile ad assumere la responsabilità genitoriale sul figlio, come già previsto per le coppie eterosessuali dalla stessa legge 40″. La parola finale spetta ora alla Corte Costituzionale.