Thyssen, torna in carcere uno dei due manager tedeschi

La Corte d'assise di Torino condanna Herald Espenhahn, AD della Thysse, a 16 anni e 6 mesi di reclusione, poi ridotti a 9 anni ed 8 mesi

Lo stabilimento Thyssen di Torino un anno dopo l'incendio

Uno dei due manager tedeschi della Thyssen, condannati dalla giustizia italiana, si è presentato in carcere in Germania. Lo riferisce il direttore di “Sicurezza e Lavoro“, Massimiliano Quirico. Il direttore un mese fa ha incontrato il premier Giuseppe Conte e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede insieme al sindaco di Torino, Chiara Appendino, e alcuni familiari delle 7 vittime. L’incontro arrivò dopo la notizia – data dai giornali tedeschi -che ai due manager era stata concessa la semilibertà con lavoro esterno. Dovrebbe andare in cella anche l’altro manager. Secondo i giornali locali, sarebbe questione di ore.

Il rogo della Thyssen

La ThyssenKrupp AG è un gruppo industriale tedesco con il focus sulla lavorazione dell’acciaio. Il gruppo ha sede a Essen, in Germania. L’incendio della ThyssenKrupp di Torino fu un grave incendio sul lavoro avvenuto il 6 dicembre 2007 nello stabilimento ThyssenKrupp di Torino. Il rogo provocò un’esplosione che causò la morte di sette operai e il ferimento dell’ottavo.

Il processo

Il 15 aprile 2011 la Corte d’assise di Torino condanna Herald Espenhahn, amministratore delegato della società, a 16 anni e 6 mesi di reclusione. Altri cinque manager dell’azienda (Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Daniele Moroni, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri) venenro condannati a pene da 13 anni e 6 mesi a 10 anni e 10 mesi. Il 28 febbraio 2013 la Corte d’assise d’appello modifica il giudizio di primo grado, non riconoscendo l’omicidio volontario, ma l’omicidio colposo, riducendo le pene ai manager dell’azienda: 10 anni a Herald Espenhahn, 7 anni per Gerald Priegnitz e Marco Pucci, 8 anni per Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, 9 per Daniele Moroni. Il 24 aprile 2014 la Suprema Corte di Cassazione conferma le colpe dei sei imputati e dell’azienda, ma ordina un nuovo processo d’appello per ridefinire le pene. La Corte d’Appello di Torino ha così ridefinito le pene il 29 maggio 2015: 9 anni ed 8 mesi a Espenhahn, 7 anni e 6 mesi a Moroni, 7 anni e 2 mesi a Salerno, 6 anni e 8 mesi a Cafueri, 6 anni e 3 mesi a Pucci e Priegnitz.