Dieci milioni in partenza per le vacanze di Pasqua: + 2,3% rispetto al 2016

Quasi 10 milioni di italiani si metteranno in viaggio per la Pasqua 2017, con un incremento del 2,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il 93% sceglierà di rimanere in Italia mentre il restante 7% opterà per una località estera. E’ in crescita anche il giro d’affari, che si attesta a quota 3,34 miliardi di euro (+3,6%). Emerge dai dati previsionali di Federalberghi sulle vacanze pasquali degli italiani.

Le mete preferite dagli italiani che rimarranno nel Belpaese saranno le località d’arte (29,1%), il mare (28,8%), la montagna (21,4%) e i laghi (4,5%). Per chi andrà all’estero, le grandi capitali europee assorbiranno il 69,5% della domanda, seguito dal 13,8% delle località marine e crociere. La permanenza media si attesterà sulle 3,4 notti (contro le 3,5 notti del 2016) con una spesa media comprensiva di tutte le voci (trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) pari a 337 euro (contro i 332 euro del 2016) con un dettaglio di 310 euro per chi resterà in Italia e di 679 euro per chi sceglierà destinazioni estere. La struttura ricettiva preferita, sarà per il 32,5% la casa di parenti e amici, seguita dall’albergo (26,7%), dalla casa di proprietà (14,6%), dai bed and breakfast (10,4%), dall’agriturismo (4,4%), dai residence (3,4%) e dall’appartamento in affitto (3%).

“Con questi presupposti, il segnale positivo che ci viene dal mercato consente di analizzare la situazione con moderato ottimismo – ha commentato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – vi è senz’altro da considerare il calendario che quest’anno colloca le festività a metà del mese di aprile. E anche se la durata dei pernottamenti sarà lievemente inferiore rispetto allo scorso anno, occorre leggere questa lieve flessione nella giusta prospettiva, tenendo conto delle occasioni di vacanza che gli italiani avranno nelle prossime due settimane, con i ponti del 25 aprile e del primo maggio”. Le imprese del settore, ha aggiunto, “chiedono a gran voce misure concrete volte a contrastare l’abusivismo, ridurre la pressione fiscale, potenziare le infrastrutture. Ultimo ma non meno importante, a quasi un mese dall’abrogazione dei voucher, siamo ancora in attesa dello strumento alternativo che dovrà mettere le imprese in condizione di far fronte alle esigenze di flessibilità imposte dal mercato”.