Strage di Khan Sheikhun, l’Onu: “Assad responsabile dell’attacco col gas Sarin”

Il regime di Bashar al Assad è responsabile dell’attacco con gas Sarin compiuto lo scorso 4 aprile a Khan Sheikhun, villaggio della provincia di Idlib. Lo afferma il rapporto della Commissione Onu sui crimini in Siria, secondo cui il raid “è stato compiuto da un aereo di fabbricazione russa utilizzato dalle forze militari del presidente siriano Bashar al Assad”.

Nell’attacco rimasero uccisi 84 civili, tra cui molti bambini. Nello stesso rapporto, si criticano gli Usa per non aver “preso tutte le precauzioni” necessarie per proteggere i civili nel raid contro una moschea di Aleppo lo scorso marzo.

Il j’accuse dell’Onu contro Damasco arriva nel giorno in cui la Russia ha ufficializzato la vittoria delle truppe governative sull’Isis nella battaglia di Dayr az Zor, il cui assedio durava da 3 anni. I terroristi del sedicente Stato Islamico, secondo quanto riferito dal ministero russo della Difesa, hanno quasi completamente distrutto le infrastrutture vitali della città. “Nei distretti cittadini liberati dalle truppe siriane, le infrastrutture vitali sembrano essere state quasi completamente distrutte dai miliziani: tutte le stazioni elettriche e le stazioni di pompaggio dell’acqua sono state fatte saltare in aria, gli ospedali, le scuole e le strutture sociali sono state distrutte. Il sistema idrico non funziona, tutte le imprese sono chiuse e prima di lasciare la città, i miliziani hanno minato abitazioni residenziali, edifici industriali e amministrativi, così come le piazze della città”.

Il comando delle forze armate di Damasco ha definito la rottura dell’assedio di Dayr az Zor “una svolta strategica nella guerra al terrorismo”, sottolineando che la città sarà usata come “un trampolino di lancio per espandere le operazioni militari nella regione”. In particolare, presumibilmente, per riprendere il controllo di tutto il territorio lungo il confine con l’Iraq. Forse proprio come conseguenza dell’avanzata delle truppe lealiste siriane nella regione, la Coalizione anti-Isis a guida Usa aveva condotto nelle ultime due settimane una serie di missioni lampo in quest’area per recuperare spie e collaboratori infiltrati precedentemente nel Califfato.