DEF: CONFERMATE MENO TASSE E MISURE ANTI POVERTA’ NEL 2016

Eliminazione della tassa sulla prima casa e misure di contrasto alla povertà. Sono queste le misure più significative previste per il 2016 dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def). Inoltre, viene confermata l’intenzione di disinnescare le clausole di salvaguardia. Gli obiettivi indicati nel documento per il prossimo anno vanno da “misure di alleviamento della povertà e stimolo all`occupazione, agli investimenti privati, all`innovazione, all`efficienza energetica e alla rivitalizzazione dell`economia anche meridionale. Sostegno alle famiglie e alle imprese anche attraverso l`eliminazione dell`imposizione fiscale sulla prima casa, i terreni agricoli e i macchinari cosiddetti ‘imbullonati’. L`azzeramento per l`anno 2016 delle clausole di salvaguardia previste da precedenti disposizioni legislative”.

La dote a disposizione dell’esecutivo utilizzando i margini di flessibilità su riforme e investimenti ammonta a un importo fino a 17,9 miliardi e include i 3,3 miliardi per l’emergenza immigrazione.  “L`indebitamento netto – si legge – potrà pertanto aumentare, rispetto al profilo tendenziale, fino ad un importo massimo di 17,9 miliardi nel 2016 (che include, ove riconosciuti in sede europea, i margini di flessibilità correlati all`emergenza immigrazione fino a un importo di 3,3 miliardi), 19,2 miliardi nel 2017, 16,2 miliardi nel 2018 e 13,9 miliardi nel 2019”.

Nel Def si parla, tra l’altro, di un grave gap di 20 punti rispetto ai livelli pre crisi. Nel Def viene sottolineata la necessità di compiere “sforzi eccezionali” sul fronte delle riforme. “I ritardi strutturali e le conseguenze della prolungata crisi richiedono uno sforzo eccezionale di riforma sia dell`economia reale che del sistema finanziario – spiega ancora il def -. Le riforme strutturali e le misure di natura fiscale messe in campo in questo ultimo anno e quelle programmate per il prossimo futuro – si legge – sono volte a migliorare la crescita potenziale agendo sul mercato dei beni e dei servizi, su quello del lavoro così come su quello cruciale del credito”. Tra l`altro, prosegue il documento, “è anche in ragione della consapevolezza di tali problemi che il governo ha deciso di avvalersi della clausola delle riforme strutturali. Allo stesso tempo, la situazione eccezionale che si è venuta a verificare dopo il 2008 pone anche il tema della carenza di domanda aggregata”.