Covid-19 in Italia Borrelli: “I malati potrebbero essere 10 volte di più”

Da Bergamo a Messina corsa contro il tempo per limitare contagi. In tutta Italia al via la sperimentazione di farmaci, ma Oms avverte: "No a false speranze"

Il capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli

Con 63mila italiani positivi al Covid-19, il primo a puntualizzare sui “limiti” delle misurazioni è il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che dalle colonne di Repubblica dichiara: “Il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile”. Gli fa eco su Agorà (Rai Tre) Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano: “Temo che l’ipotesi di Borrelli possa essere molto vicino alla realtà, anche se non abbiamo dati sicuri per poterlo dire, ma i contagiati sono molti di più di quelli registrati ufficialmente”.

Leggero calo

Non si sbilancia la task force italiana che sta gestendo la pandemia, nonostante i dati in leggero calo. Se ieri si sono registrati 3.780 nuovi casi positivi, diminuisce il numero dei decessi, seppure lievemente. “Si vede la luce in fondo al tunnel” ha detto ieri l’assessore lombardo alla Sanità, Giulio Gallera: in Lombardia, la regione-epicentro, ci sono stati 173 ricoverati in meno rispetto al giorno precedente. Ma è Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha detto in conferenza stampa alla Protezione Civile: “Non mi sento di sbilanciarmi, il trend si conferma soltanto con i dati raccolti giorno dopo giorno”.

I malati sommersi

Oltre ai virologi ed epidemiologi, è lo stesso Gallera che inviata a non abbassare la guardia: “Isolatevi, senza vedere i vostri familiari, anche se avete un semplice raffreddore o poche linee di febbre”. Nella delibera approvata ieri dalla giunta del Pirellone, emerge una nuova parola: “sorveglianza attiva“, che indica una volontà precisa: individuare – ed eventualmente mappare – tutti i pazienti Covid-19 che hanno pochi o leggeri sintomi, spesso scambiati per un “banale” raffreddore. Come riporta Il Corriere della Sera, la delibera assegna ai medici di medicina generale il ruolo di monitorare i propri pazienti via telefono. I dati incrociati con la mappatura effettuata attraverso il portale a disposizione dei medici di base dall’Ats della città metropolitana, sono stati individuati 1.800 malati con sintomi Covid-19 da mettere in quarantena e sorvegliare in maniera stringente.

Il Sud controllore

Non si allenta la morsa dei governatori del Sud Italia contro i rientri “illeciti”. Ieri il sindaco di Messina, Cateno De Luca, si è presentato in porto, per controllare di persona che gli sbarcati dal traghetto giunto da Villa San Giovanni fossero in regola. Questa mattina ha dichiarato: “Abbiamo visto una famiglia diretta a Francofonte senza motivo e per questo sarà denunciata. Tornerà indietro” ha assicurato. Proprio ieri De Luca aveva annunciato l’ordinanza che prevede la chiusura del tratto dove c’è l’accesso all’area comunale a partire dalle dalle ore 14 del 26 marzo. Anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ieri ha emesso una nuova ordinanza contenente misure più stringenti per combattere in modo più efficace la diffusione del contagio del coronavirus.

Mascherine, Borrelli: “Non ne arriveranno più”

“Nelle prime settimane è stato il caos”. A dirlo è il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che a Repubblica chiarisce alcuni punti su cui oggi si fa polemica. A partire dalla dinamica del contagio, con il “mancato controllo dei pazienti contagiati” e qualche azione che “col senno di poi” non è stata felice. Sull’alto numero di operatori sanitari infetti, Borrelli ha detto: “I medici si sono buttati nella cura e non hanno avuto più tempo di fare indagini. Fin dall’inizio ci sono stati comportamenti pubblici che hanno alimentato il problema nazionale”. E sulle mascherine, lo scenario prospettato è dei più neri: “Deve partire la produzione nazionale, prima possibile […]. Siamo intervenuti cin le ambasciate, ma temo che mascherine dall’esterno non ne arriveranno più” ammette.

Italia, laboratorio a cielo aperto

Ieri il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing quotidiano ha ricordato che “attualmente non esistono […] terapie efficaci”. Ma il bisogno di cure ha incentivato la sperimentazione. Attualmente l’Italia può essere vista come un grande laboratorio di sperimentazione farmaceutica. L’ultimo ad aggiungersi è il Veneto che ha incentivato la sperimentazione dell’Avigan, il medicinale che avrebbe un impatto efficace nelle fasi iniziali della malattia. Il comitato tecnico-scientifico italiano invita a non riporre speranze troppo presto, bisogna attendere almeno 3-4 settimane. Continua in dodici centri italiani la sperimentazione del farmaco antivirale remdesivir, sviluppato come anti-Ebola e messo a disposizione gratuitamente dalla casa farmaceutica Gilead. Anche Roche ha offerto gratuitamente tocilizumab, un farmaco che blocca gli effetti dell’interluchina-6, la proteina prodotta dal sistema immunitario nelle fasi più acute dell’infezione e responsabile del peggioramento delle condizioni di salute dei pazienti.