Israele duro: “Non la riconosciamo”

Tel Aviv non intende riconoscere la riconciliazione tra Fatah e Hamas e non “intraprenderà negoziati con un governo palestinese che si appoggi su Hamas, una organizzazione terroristica che invoca la distruzione di Israele”. Lo ha ribadito l’esecutivo del premier Benjamin Netanyahu, riunitosi a Gerusalemme per esaminare il recente accordo tra le due fazioni palestinesi.

Il giudizio negativo potrà essere modificato solo se si “realizzeranno” alcune condizioni che Israele ritiene indispensabili. Al primo posto è che “Hamas deve riconoscere Israele e cessare il terrorismo, secondo le condizioni poste dal Quartetto”. Inoltre, “Hamas deve cedere le armi e restituire i corpi dei militari caduti a Gaza, nonché i civili lì trattenuti”. L’Autorità nazionale palestinese (Anp), per Israele, deve poi avere “un controllo completo di sicurezza a Gaza, inclusi i valichi” e impedire il contrabbando.

Altra condizione posta da Israele è che l’Anp continui “a neutralizzare le infrastrutture terroristiche di Hamas in Cisgiordania” e che Hamas sia “separato dall’Iran“. Infine, “il flusso di fondi e di materiale umanitario verso Gaza” dovrà passare “solo attraverso l’Anp e i suoi apparati”. Nella riunione di governo, secondo i media, Netanyahu ha detto ai suoi ministri che pur non riconoscendo la riconciliazione tra Fatah (che è il partito di Abu Mazen, presidente dell’Anp) e Hamas, non romperà tuttavia le relazioni con l’Autorità palestinese.

La Commissione per la programmazione civile israeliana ha, intanto, approvato i piani per la costruzione di 1.292 nuove case negli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Non solo: è stato dato anche il via libera all’edificazione di 31 abitazioni a Hebron e sono stati pubblicati gli avvisi di appalto per 292 unità abitative a Beit El, tutte in Cisgiordania. L’annuncio che la Commissione si sarebbe riunita questa settimana per avviare un piano complessivo di oltre 3.000 case in Cisgiordania era stato dato lo scorso 9 ottobre. Nei prossimi giorni ci sarà una nuova riunione della stessa Commissione. Il governo – ha denunciato l’ong “Peace Now” – ha dato il via a piani nel profondo della Cisgiordania per “migliaia di nuovi coloni che Israele avrebbe dovuto evacuare in un accordo in base alla Soluzione a 2 stati”.