Offensiva dell’esercito a Kirkuk, i peshmerga: “Non resteremo in silenzio”

Una vasta operazione delle truppe regolari irachene è in corso attorno alla città petrolifera di Kirkuk nell'intento di porre fine ad un mese di tensioni politiche nell'area che la milizia curda difende da tre anni dagli estremisti dell'Isis. L'esercito iracheno, l'unità antiterrorismo e la polizia hanno occupato parte delle campagne che circondano la città senza incontrare resistenza da parte dei peshmerga curdi. Tuttavia alcuni abitanti hanno riferito di aver udito spari ed esplosioni.

Nel corso dell'operazione le forze governative hanno preso, fra l'altro, il controllo dell'aeroporto internazionale di Kirkuk e gli uffici della compagnia North Gas, un vicino impianto per il trattamento della materia prima e il distretto industriale a sud della città.

Abadi, in un comunicato, ha affermato di avere agito “secondo la Costituzione, per servire il popolo e conservare l'unità del Paese“. La quale, ha aggiunto Abadi, era “in pericolo” dopo il referendum sull'indipendenza curda, tenuto il 25 settembre anche in aree non facenti parte della regione autonoma, come appunto Kirkuk. In precedenza l'ufficio del primo ministro in una nota aveva affermato che le autorità irachene hanno ordinato alle forze federali di “imporre la sicurezza nella città in collaborazione con gli abitanti e i peshmerga”, esprimendo così la volontà di condividere l'amministrazione della città con la Regione autonoma curda.

Dopo l'avvio dell'operazione le autorità curde hanno incontrato a Erbil i rappresentanti della Coalizione militare internazionale a guida Usa, affermando che “i peshmerga non resteranno più in silenzio e non risparmieranno sforzi per proteggere le terre e il popolo del Kurdistan”.

La situazione nella regione autonoma preoccupa la comunità internazionale, anche per il ruolo svolto dalle milizie curde nella lotta alla jihad. La Russia si è detta favorevole a una soluzione pacifica alla questione dei curdi iracheni, che mantenga l'integrità territoriale dell'Iraq e rispetti i diritti dei curdi.