Caserta, praticava aborti clandestini: arrestato il “Doctor Friday”

Era conosciuto come “Doctor Friday” il 51enne nigeriano che, sotto tale pseudonimo, eseguiva aborti clandestini su donne sue connazionali, nella maggior parte dei casi prostitute e costrette dai loro aguzzini a interrompere le gravidanze. All’anagrafe, il soggetto risponde al nome di Friday Ewunoragbon ed è stato arrestato dai Carabinieri di Mondragone, su disposizione del Gip di Santa Maria di Capua Vetere il quale, nei suoi confronti, ha emesso una misura di custodia cautelare su richiesta della Procura. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo era il riferimento di una rete di pratiche clandestine, eseguendo pressoché quotidianamente tali interventi. L’attività di intercettazione è stata molto breve (appena 12 giorni), e nel corso di questa sarebbe emersa chiaramente l’implicazione del “Doctor Friday”, contattato frequentemente dagli sfruttatori.

Pratiche agghiaccianti

Nel corso dell’inchiesta, gli investigatori non avrebbero in nessun caso riscontrato un’esplicita richiesta da parte di una delle donne in questione, circostanza che ha indotto gli inquirenti a ritenere come tale pratica fosse frutto di una costrizione e non della loro volontà. Per questi interventi, l’uomo incassava tra i 300 e i 350 euro in caso di gravidanze recenti, mentre per quelle più avanzate arrivava a chiederne anche 2.500. Un giro di coercizione che riguarderebbe non solo il territorio del casertano ma anche altre zone d’Italia, considerando che due delle donne soggette ad aborto clandestino provenivano da Roma. Il procuratore Maria Antonietta Troncone ha definito “agghiaccianti” le modalità utilizzate da Ewunoragbon, il quale procedeva all’iniezione (per via orale o venosa) di alcuni farmaci che, una volta in circolazione, provocavano copiose emorragie interne. In alcuni casi, secondo gli investigatori, avrebbe messo in atto “macabre manovre di aborto” manuali.

L’irruzione

Due donne, appena ventenni e di nazionalità nigeriana, sono state trovate all’interno dell’abitazione dell’uomo al momento dell’irruzione delle Forze dell’ordine. Le giovani hanno detto ai Carabinieri di essere state costrette a sottoporsi alla pratica, avendo peraltro già subito le suddette “manovre” da parte del 51enne (già denunciato nell’agosto 2016) il quale, nel frattempo, era uscito chiudendo a chiave dall’esterno (circostanza per la quale verrà contestato anche il reato di sequestro di persona). Secondo la versione delle due ragazze, i loro aguzzini erano ricorsi al “Doctor Friday” perché la gravidanzaavrebbe potuto ostacolare l’attività di prostituzione alla quale erano state costrette.