Legge elettorale: perché le preferenze sono dannose

Il voto di fiducia sulla legge elettorale è senza dubbio una forzatura ma resa necessaria dal fatto che sulla riforma c’è il voto segreto. Dal mio punto di vista, l’assurdità di questa procedura giustifica l’assurdità di porre il voto di fiducia. Peraltro il Rosatellum presenta senza dubbio dei vantaggi. Intanto è meno pasticciato rispetto ai due sistemi attuali scaturiti dalle decisioni della Corte Costituzionale che avevano creato due sistemi elettorali disarmonici. E’ dunque un passo avanti. Poi ritengo che l’introduzione dei collegi uninominali sia un altro elemento positivo, anche se sono troppo pochi. Tuttavia, resta il fatto che anche con questo nuovo sistema elettorale si presenteranno problemi di governabilità perché sarà difficile formare una maggioranza di governo dopo il voto.

Per quanto riguarda il ritorno al proporzionale, va sottolineato che si è già verificato con le due sentenze della Consulta, sia al Senato che alla Camera, dove la soglia del 40% risulta troppo alta per far scattare il premio di maggioranza e di conseguenza l’esito sarebbe stato proporzionale nei fatti. Con il Rosatellum si ritorna invece ad un sistema misto, come era il Mattarellum, con la differenza che quella legge prevedeva il 75% dei collegi uninominali mentre ora saranno solo un terzo del totale.

C’è anche chi lamenta il mancato ritorno delle preferenze. Personalmente non sono un sostenitore di questo meccanismo. Penso che siano più dannose che utili per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo e difficile spiegare. La loro assenza a me non dà fastidio. Quella della sovranità degli elettori è solo retorica. Basti tener conto del fatto che alle ultime elezioni regionali in Lombardia, dove si rivoterà tra pochi mesi, solo il 14% degli votanti ha espresso preferenze contro oltre l’80% in Calabria e in altre regioni del Sud. Qualcosa vorrà dire.

Il Rosatellum a mio avviso avrebbe bisogno soprattutto di un correttivo decisivo: l’introduzione del doppio turno. Continuo ad essere un fervente sostenitore di questo sistema che consentirebbe di risolvere i problemi di governabilità del Paese. Occorre dare un secondo voto agli elettori, con il doppio turno di lista, come prevedeva l’Italicum, o di collegio, come avviene in Francia, per garantire la necessaria stabilità politica.

Politologo