Parla padre Tom Uzhunnalil: “Rapito per soldi ma non mi hanno torto un capello”

Sarebbe stato rapito per “soldi” da un gruppo che non ha saputo identificare ma che lo ha trattato senza “minacce” né “maltrattamenti” durante la prigionia, padre Tom Uzhunnalil. Lo ha detto lo stesso sacerdote salesiano sequestrato in Yemen il 4 marzo 2016 durante un attacco di una banda armata in una casa di riposo di Aden – agguato in cui sono state uccise quattro suore – e liberato dopo oltre un anno il 12 settembre scorso in Oman.

Padre Tom ha incontrato la stampa presso il Centro Salesianum e alla domanda se sia stato rapito dall’Isis, il missionario salesiano ha specificato di non sapere dire di quale gruppo si trattasse ma di ritenere che siano stati criminali comuni: “Erano vestiti di nero e a viso coperto ma ritengo che abbiano preso me dopo aver ammazzato le suore perché ero indiano, straniero e magari qualcuno poteva interessarsi della mia sorte“.

Durante l’incontro, il rettore della congregazione Salesiana, mons. Angel Artime ha voluto sottolineare che “noi non sappiamo nulla circa possibili pagamenti di riscatti ma a noi nessuno ha chiesto neanche un euro né noi abbiamo dato neanche un euro”. Padre Tom è stato liberato grazie all’interessamento del governo indiano, a una mediazione dell’Oman e allo stesso “impegno personale” di Papa Francesco. Tra una decina di giorni, dopo alcune visite mediche di controllo, tornerà in India presso la sua provincia salesiana. “Ma grazie a Dio sto bene – ha fatto sapere – non mi hanno torto neanche un capello. Nei video che mi hanno fatto girare per facilitare il rilascio fingevo di piangere e di essere maltrattato dietro loro indicazione”.