Indipendenza del Kurdistan, la Turchia: “Ci sarà un prezzo da pagare per il referendum”

“Ci sarà certamente un prezzo da pagare per l’insistenza della regione autonoma del Kurdistan iracheno per un referendum (sull’indipendenza) nonostante tutte le nostre amichevoli raccomandazioni“. Recita così un comunicato del ministero degli Esteri della Turchia, nel quale viene accolto “con favore” il voto del parlamento di Baghdad che ha giudicato incostituzionale la consultazione, fissata da Erbil per il 25 settembre. Ankara definisce “allarmanti” le “dichiarazioni sempre più emotive” per l’indipendenza della leadership curdo-irachena, invitandola ad “agire con saggezza e abbandonare il suo approccio sbagliato”. Nonostante i buoni rapporti con l’amministrazione di Erbil, la Turchia si oppone con forza al referendum nel timore che questo favorisca l’irredentismo curdo dentro i suoi confini e nel resto della regione.

Contrari alla celebrazione della consultazione sono anche gli Stati UnitiHeather Nauert, portavoce del dipartimento di Stato Usa, ha spiegato che Washington in questo momento “vuole mantenere il focus sull’Isis” per cacciarlo dall’Iraq e riconquistare i territori perduti. “Noi vorremmo – ha aggiunto – che ci fosse un ulteriore dialogo tra Erbil e Baghdad e incoraggiare le parti a discutere le aree di reciproco interesse, incluso il loro futuro rapporto. Noi sosteniamo un Iraq unito, federale, prospero e democratico“.

Una voce fuori dal coro è quella di Israele, che si è detto favorevole alla nascita di uno Stato curdo, pur considerando il Pkk un’organizzazione “terroristica”. Con quest’ultima precisazione il premier Benjamin Netanyahu ha preso le distanze dalle affermazioni dell’ex vice capo di stato maggiore Yair Golan secondo cui lo stato ebraico “non considera” il Partito comunista curdo (Pkk) come “un’organizzazione terrorista”. “Israele – ha detto Netanyahu in una nota – si oppone al Pkk e lo considera organizzazione del terrore, a differenza della Turchia che sostiene il gruppo terrorista di Hamas“. “Se Israele – ha continuato – si oppone ad ogni forma di terrorismo, sostiene invece i legittimi sforzi del popolo curdo di ottenere un proprio Stato”.