Hezbollah annuncia la “vittoria” in Siria

Dopo sei anni di atroci violenze, località distrutte, oltre undici milioni di sfollati, circa quindicimila morti, la guerra in Siria sta per terminare. Almeno questo è ciò che annuncia il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che nel corso di un raduno della sua organizzazione in Libano ha parlato di “vittoria” in Siria.

Il contributo di Hezbollah in Siria

Gli oppositori di Assad – ha detto – “hanno fallito nei loro progetti e ora cercano di ottenere qualche piccolo vantaggio nei negoziati”. Le sue dichiarazioni sono state riportate ieri dal quotidiano Al-Akhbar, la milizia sciita libanese ha rappresentato uno degli alleati più importanti di Damasco, avendo inviato tra i diecimila e i quindicimila combattenti.

Il recupero del territorio da parte di Assad

La svolta a favore di Assad in Siria è iniziata nel settembre 2015, quando la Russia è intervenuta in suo aiuto per combattere oppositori e terroristi islamici. In due anni, quasi tutte le città più grandi e strategiche sono state riconquistate, a cominciare da Aleppo, la più popolosa città siriana, e per finire con Deir Ezzor, il cui assedio da parte dell’Isis è stato rotto nei giorni scorsi. Al fianco dell’esercito di Damasco, combattono l’aviazione russa e milizie sciite iraniane e libanesi di Hezbollah.

La situazione attuale

Questa alleanza ha quasi spezzato del tutto gli ultimi avamposti dello Stato islamico, a cui resta solo una piccola parte della provincia di Deir Ezzor. Secondo il ministero della Difesa russa, i governativi controllano l’85 per cento dei territori prima in mano ai “gruppi estremisti”. Ai ribelli di matrice islamica radicale è rimasta solo la provincia di Idlib e un pezzo della periferia di Damasco.

 

 

La battaglia di Hezbollah prosegue in Libano

L’organizzazione del leader Nasrallah è impegnata a combattere terroristi islamici anche in Libano, nella zona nord-orientale del Paese dei Cedri. Un’offensiva di Hezbollah ha costretto alla resa le sacche di resistenza dell’Isis in quest’area del Libano. Al termine della battaglia, le parti hanno poi raggiunto un accordo, che prevede il trasporto dei seguaci del Califfo sopravvissuti ad Abu Kamal, sul confine tra Siria e Iraq.

Le polemiche

L’accordo ha suscitato forti polemiche, in Libano ma anche in Iraq. Il primo ministro iracheno, Haider al Abadi, ha chiesto al governo siriano – alleato di Hezbollah – di fare chiarezza.

A Beirut il Partito Kataeb (Falangisti) di Samy Gemayel ha emesso una nota critica nei confronti del governo libanese: “Il potere esecutivo – riporta AgenziaNova – si assume la responsabilità di rinunciare alla sovranità nazionale, mettendo in pericolo l’esercito libanese e i cittadini del Paese, consentendo a Hezbollah e ai suoi alleati regionali di privare l’esercito da una vittoria completa contro i terroristi”.