Quantitative easing, Draghi: “Può ancora aumentare, decisione a ottobre”

La decisione sul quantitative easing sarà presa “probabilmente a ottobre”. A dirlo è il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Sul futuro del Qe il consiglio direttivo della Bce ha discusso “vari scenari riguardanti la lunghezza e la dimensione dei flussi mensili di acquisti di titoli, si è trattato di una discussione molto preliminare“. Francoforte prevede “un programma di reinvestimento, che diventerà progressivamente più imponente dal momento che il Qe va avanti da anni”. Il riferimento è al fatto che la Bce  intende riacquistare titoli di Stato di pari durata man mano che quelli che ha in portafoglio arrivano a scadenza.

Il Qe, ha proseguito, “può ancora aumentare, sia nelle dimensioni degli acquisti di bond che nella sua durata, se le prospettive economiche dovessero peggiorare“. Il Qe – a 60 miliardi di euro al mese – continuerà fino a fine dicembre e oltre se necessario. Secondo Draghi “la recente volatilità del tasso di cambio rappresenta una fonte d’incertezza che richiede di essere monitorata, per le sue implicazioni sulla stabilità dei prezzi nel medio termine”

Rispondendo alla domanda se Francoforte abbia privilegiato gli acquisti di debito italiano e francese, Draghi ha sottolineato che la decisione di deviare dalla “capital key“, la regola che vuole acquisti di bond proporzionali alla quota di ciascun Paese nel suo capitale, è dovuta “meramente a fattori tecnici” e “non a fattori nazionali“. L’ex governatore di Bankitalia ha anche risposto “no” all’ipotesi secondo cui la Bce stia prendendo tempo in attesa del voto tedesco.

L’apprezzamento dell’euro, ha poi spiegato, “è molto importante per la crescita e l’inflazione. Così importante che le prospettive d’inflazione di medio termine sono state riviste al ribasso”, e dunque la Bce “dovrà tenerne conto nell’insieme delle informazioni con cui prenderà le future decisioni di politica monetaria”. Dal punto di vista dell’inflazione, ha aggiunto, i segnali “non sono ancora convincenti. L’Eurozona deve ancora mostrare segnali convincenti di un rialzo sostenuto“.