Crisi in Corea: Seul avvia il ciclo di esercitazioni navali

La Corea del Sud ha avviato il ciclo di esercitazioni navali in risposta alle nuove provocazioni del Nord. In base a quanto riferito dalla Marina di Seul, tra gli asset mobilitati nelle acque del mar del Giappone figurano la fregata da 2.500 tonnellate Gangwon, una motovedetta da 1.000 tonnellate e altre unità da 400 e 130 tonnellate, alcune delle quali al servizio di incursioni rapide.

Pronti alla guerra

“Le esercitazioni hanno lo scopo di migliorare la nostra capacità di risposta immediata contro le provocazioni navali da parte di nemici”, ha spiegato il capitano Choi Young-chan, comandante del 13/mo Gruppo navale. “Se il nemico provoca ovunque, sull’acqua o sotto, reagiremo in maniera pronta annientandolo in mare”, ha aggiunto l’ufficiale. Le manovre sono maturate a due giorni dal sesto test nucleare nordcoreano, il più potente mai fatto finora e rivendicato come “perfetto successo” del primo ordigno all’idrogeno. La Marina darà il via mercoledì, per la durata di 4 giorni, ad altre operazioni nelle acque meridionali con oltre 10 unità, tra cui la fregata da 2.500 tonnellate Chungbuk, sottomarini e aerei di sorveglianza P-3C Orion e multiuso Lynx. L’Aeronautica invece parteciperà schierando i caccia F-15K e un aereo CN-235 da trasporto. Corea del Sud e Usa, a completamento del piano, avranno poi giovedì e venerdì manovre congiunte nel mar del Giappone che avranno come target i sottomarini nemici.

La posizione di Mosca

Il tutto avviene a poche ore dalla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che dovrà decidere sulle misure da adottare contro il regime di Kim Jong-un. Secondo Vladimir Putin nuove sanzioni contro Pyongyang sarebbero “futili e inefficaci” e visto che la Nordcorea “ha armi atomiche, un conflitto potrebbe portare a una catastrofe globale”. Il leader del Cremlino è convinto che “incrementare l’isteria militare in tali condizioni non ha senso, è una strada senza uscita. Per risolvere la questione nucleare nordcoreana non c’è altra via se non quella del dialogo pacifico“. Il presidente russo si è inoltre detto contrario a ulteriori sanzioni. “Come ho detto ieri ai miei colleghi – ha proseguito – mangeranno erba ma non fermeranno il loro programma finché non si sentiranno sicuri”.