Due anni di tenebre furono la causa dell’estinzione dei dinosauri

Due anni di tenebre ininterrotte. Fu questo a causare, 65,95 milioni di anni fa, l’estinzione dei dinosauri e, con loro, la scomparsa di circa il 70% delle specie marine esistenti e delle specie continentali.

L’asteroide killer

A causare la moria generale, fu l’impatto di un gigantesco asteroide, di più di dieci chilometri di diametro, che colpì la Terra nella zona della penisola dello Yucatan, in Centroamerica. Il titanico impatto produsse violenti sconvolgimenti su scala planetaria quali terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche e incendi “globali”, che distrussero l’intera fauna terrestre. Ma non furono “solo” questi cataclismi – intensi ma di breve durata – a far estinguere buona parte delle specie animali esistenti.

Il primo responsabile dell’estinzione di massa del Cretaceo-Paleocenede fu infatti … la fuliggine! Lo dimostrano le simulazioni fatte con un modello di previsione messo a punto dai ricercatori del Centro statunitense per gli studi atmosferici (Ncar) in collaborazione con la Nasa e l’Università del Colorado a Boulder, pubblicate sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas).

La ricostruzione

I numerosi incendi causati dall’impatto dell’asteroide sollevarono nell’atmosfera tonnellate di fuliggine che oscurarono il cielo per 2 anni: l’oscuramento dei raggi solari fu tale da causare un crollo delle temperature e il blocco della fotosintesi clorofilliana – il processo chimico delle piante verdi necessario per produrre sostanze organiche, principalmente carboidrati, in presenza di luce solare – soprattutto del fitoplancton alla base della catena alimentare degli ecosistemi marini.

Nello specifico, le ceneri sottili (nella simulazione, tra i 15 e i 35 miliardi di tonnellate) riscaldate dai raggi solari avrebbero creando un fitto strato capace di bloccare il 99% della luce del Sole producendo una rapida e drastica diminuzione delle temperature: fino a 28 gradi in meno sui continenti e 11 nei mari. Inoltre, anche lo strato di ozono in atmosfera potrebbe essere stato pesantemente danneggiato, consentendo il passaggio di dosi pericolose di raggi ultravioletti che avrebbero contribuito all’estinzione di massa.

Modello per il futuro

il team di ricercatori guidato da Charles Bardeen del Ncar riconoscono che questa simulazione ha dei limiti perchè è realizzata per predire l’evoluzione del clima presente, e non le catastrofi del passato. “La collisione di un asteroide rappresenta una perturbazione enorme – spiega Bardeen ripreso dall’Inaf – non è il tipo di cosa che si vede quando modelliamo gli scenari climatici del futuro. Questo modello non è stato progettato per gestire questo tipo di evento, e abbiamo dovuto apportare modifiche affinché potesse gestire le sue conseguenze, come ad esempio il riscaldamento della stratosfera fino a 200 gradi”.

La simulazione ha invece un’utilità per il presente: un possibile conflitto nucleare, infatti, finirebbe per produrre, e spingere nell’atmosfera, una quantità di ceneri paragonabile a quella prodotta dall’impatto dell’asteroide killer, causando quindi un lungo e buio “inverno nucleare” che porterebbe all’estinzione di massa…dell’uomo.