Il Pontefice contro una congregazione cattolica belga: “Basta eutanasia”

“Stop all’eutanasia”. E’ quanto chiede Papa Francesco alla Congregazione belga dei “Fratelli della Carità”, istituto religioso maschile di diritto pontificio fondato da un prete nel 1899, che assiste malati e disabili; nel maggio 2017 annuncia che avrebbero permesso ai medici di praticare l’eutanasia nei suoi 15 ospedali psichiatrici in Belgio, unico Paese dove il personale sanitario è autorizzato, per legge, a praticare la “dolce morte” alle persone con problemi di salute mentale, su loro richiesta. Come riporta la Radio Vaticana, tra i criteri per poter accedere all’eutanasia deve esserci la presenza nel paziente di uno stato di “sofferenza insopportabile”, e almeno il parere di tre medici, tra cui uno psichiatra.

Un trattamento garantito per legge

Raf De Rycke, il superiore della Congregazione cattolica belga, in un comunicato stampa precisa che l’eutanasia si eseguirà solo in mancanza di “un trattamento alternativo ragionevole”, aggiungendo che ogni richiesta sarebbe stata esaminata con la “massima cautela. Rispettiamo la libertà dei medici di effettuare l’eutanasia o no – si legge nel comunicato -, in quanto questa libertà è garantita dalla legge”. La Casa generalizia dei “Fratelli della Carità”, che ha sede a Roma, a maggio emette una dichiarazione in cui si sostiene che permettere l’eutanasia va contro i principi fondamentali della Chiesa cattolica: “Questa è la prima volta che un’organizzazione cristiana afferma che l’eutanasia è una pratica medica ordinaria che cade sotto la libertà terapeutica del medico – scrive il superiore generale Rene Stockman -, questo è sleale, scandaloso e inaccettabile”. Stockman, inoltre, denuncia la forte pressione subita dall’Ordine riguardo all’eutanasia dichiarando: “ciò non significa che dobbiamo arrenderci”. Nel testo, inoltre, c’è un esplicito riferimento alla secolarizzazione del Paese, secolarizzazione che secondo il superiore “sta rovinando la congregazione in Belgio”.

L’indagine della Santa Sede

Stockman sollecita una presa di posizione chiara da parte dei vescovi belgi, informando della questione anche la Santa Sede che, su questo caso, apre un’indagine sul caso. Oggi l’ordine di non praticare più l’eutanasia negli ospedali psichiatrici dei “Fratelli della Carità” arriva direttamente dal Papa, tramite il Dicastero per la Vita Consacrata. Se la Congregazione dovesse continuare a praticare l’eutanasia, la Santa Sede potrebbe prendere seri provvedimenti canonici, e non è esclusa la scomunica. La maggior parte dei pazienti che chiedono l’eutanasia in Belgio sono malati di cancro o hanno una malattia degenerativa, mentre il numero di persone con disturbi psichiatrici che la chiedono rappresenta solo il 3 per cento circa dei 4.000 morti per eutanasia ogni anno. Nel Paese questa pratica ha registrato un forte aumento negli ultimi dieci anni.