Atac e il referendum dei Radicali per la privatizzazione: “La gara unica soluzione”

Tra dimissioni e lavori in corso, continua senza sosta il periodo nero di Atac. La municipalizzata dei trasporti capitolini, rimasta al centro di una serie di polemiche legate alla sua situazione finanziaria, prosegue nel suo complicato percorso di risanamento, dopo l’addio del dg Bruno Rota e la nomina di Paolo Simioni come presidente. Dopo la bufera portata proprio dalle parole dell’ex dg sulle condizioni economiche dell’azienda, con i conseguenti botta e risposta con l’amministrazione comunale (in primis con il presidente della Commissione trasporti, Enrico Stefano), ulteriori disagi sono stati apportati dagli interventi in corso sulla tratta della metro A (con chiusura della linea fra le fermate di Arco di Travertino e Termini), specialmente durante la prima giornata di stop (lo scorso 31 luglio).

Radicali, soglia firme raggiunta

Alla luce dei recenti sviluppi sulla situazione di Atac, i Radicali italiani hanno iniziato una raccolta firme con lo scopo di ottenere un referendum che possa ovviare ai problemi dell’azienda attraverso una privatizzazione. Come riportato dal segretario della Rosa, Riccardo Magi, in un’intervista su “Repubblica”, dopo un periodo di serrata petizione, la soglia delle 29mila firme sarebbe ormai raggiunta il che, a questo punto, significherebbe potenzialmente avere la possibilità di avanzare la proposta di far scegliere ai cittadini se aprire Atac a una “pluralità di gestori” attraverso una “messa a gara” che consideri anche proponenti privati.

Verso il referendum?

La battaglia per la privatizzazione dei Radicali è stata portata avanti con la data limite del 12 agosto, ultimo giorno utile per presentare la petizione completa delle 29 mila firme necessarie al superamento della soglia minima. Un’ipotesi, quella di mettere Atac a una gara aperta anche ai privati, che non ha incontrato opinioni convergenti nell’ambito politico della Capitale. Qualora dovesse infine svolgersi, rappresenterebbe una delle occasioni per impedire il fallimento dell’azienda che, a quanto pare, sembrerebbe sempre più prossimo. Nei giorni scorsi, il segretario dei Radicali, Riccardo Magi, aveva spiegato le ragioni del referendum, affermando che “mettere a gara il servizio è il solo modo per rompere il monopolio disastroso di Atac e dare finalmente alla Capitale un servizio efficiente”.